Quando il Rock
più eclettico, denominato generalmente Progressive, si incontra
con la musica d’autore, spesso nascono belle emozioni. Non necessariamente
la musica deve essere colta o logorroica, tantomeno scialba e sfruttata,
c’è un posto dove essa si sposa con l’arte e risiede
a volte in quelle band che non ti aspetti. I Red Onions sono umbri,
precisamente di Perugina e suonano assieme dal 2004. Il loro primo
risultato musicale è un singolo dal titolo “Libero Fuori”
del 2009, mentre questo concept album “Diario D’Un Uomo
Qualunque” è il loro debutto ufficiale. Il diario è
suddiviso in undici capitoli, dove la musica si alterna a diversi
generi, spaziando dalla psichedelìa al Prog più chitarristico,
fino a giungere ai gia citati territori della musica cantautoriale.
Molti di voi affermeranno che non si può trattare di Progressive
Rock, in quanto nella musica non ci sono tastiere, invece se intraprenderete
questo percorso con noi, noterete che di spunti storici ne affiorano
a volontà. Non mancano riferimenti a band storiche italiane
, quale PFM oppure i più acustici Osanna e appunto il cantautore
Prog degli anni ’70 Claudio Rocchi.
Una musica a tratti anacronistica, dove risiede inalterata l’essenza
degli anni ’70, quando la sera ci si incontrava per suonare
assieme e parlare guardandoci negli occhi e non avanti ad uno schermo
freddo e piatto. Forse suonare oggi tutto questo è alquanto
penalizzante, non per demeriti degli artisti, in quanto la società
è cambiata, anche se c’è un ritorno alla curiosità,
almeno da parte delle giovani generazioni verso questa musica passata.
I Red Onions sono Davide Grillo alla chitarra e voce, Leone Pompilio
alla chitarra e voce, Ali Adamu al basso e voce e Marcello Mangione
alla batteria.
Si comincia con il “Prologo”, una radio che scorre fra
le frequenze, fermandosi su stazioni che leggono le news. Sopra un
arpeggio chitarristico si sente parlare di pedofilia e molto altro,
questo per mettere subito all’erta l’ascoltatore su quali
argomentazioni sociali si va a discutere nell’opera in questione.
E’ quindi “Diario D’Un Uomo Qualunque” che
ci porta dentro il contesto, analizzando il potere mediatico e le
conseguenze di una guerra. Chitarre elettriche tessono tappeti sonori
che reggono la durezza di questi testi, per poi lanciarsi in fughe
strumentali qui decisamente Progressive. Ancora più Rock è
“Numinosa Diagnosi”, scarna e diretta nelle sonorità
quanto trascinante nei riff che solo successivamente lasciano lo spazio
al lato più cantautoriale della band. Le doti tecniche affiorano
in “Night Time Blues”, canzone cantata in inglese che
da il meglio di se nell’assolo finale di chitarra. Una chitarra
acustica apre “Epitaffio Per La Prima Morte Di Un Sogno”,
canzone che potrebbe aver scritto benissimo un Ivano Fossati più
ispirato. Anche lo stile vocale tende a rimarcare il periodo e lo
stile, per poi lanciarsi nel solito turbinio Rock al quale i Red Onions
credono fermamente. “Paesaggio Notturno” è eroticamente
ruvida, mentre “Ricordo Di Bimba” racconta il lato intimistico
della band. “Serpenti” ritorna a fare capolino nelle scale
più Progressive, alternandosi a riff Hard Rock. “Occhio
Del Giorno” ha il profumo degli anni ’70, entra in testa
ed estranea l’ascoltatore, ammaliandolo con le sue strumentazioni
acustiche, molto spesso radicate nella psichedelìa passata.
“Disarmonico Allegro” fa ancora riflettere, un mix della
loro complessa personalità , mentre il disco è chiuso
da “Epilogo?”, praticamente la ripresa del “Prologo”.
I Red Onions hanno realizzato un lavoro sincero e profondo, toccando
argomentazioni di non facile narrazione, per cui vanno ascoltati,
perché sono le classiche band che non potranno mai avere un
ampio palco mediatico su cui proporre le proprie idee. Consiglio loro
di lavorare meglio sulle parti vocali, non sempre all’altezza
della situazione, ma questa è solo una mia idea, magari ad
altri invece piace così. MS
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