I
fratelli Ammannati, Damiano ed Andrea, dopo aver dato vita a gruppi
interessanti come gli Electric Fluid e gli Holy Sinner, uniscono oggi
le loro forze per dare vita a questo nuovo complesso dal nome Renegade.
Un Heavy Metal così strutturato, in perfetta adulazione verso
i migliori anni ’80, non poteva di certo sfuggire all’
Andromeda Relix, da sempre produttrice e portavoce di un suono vero
e senza condizionamenti. Da ciò dedurrete che i nostri si alimentano
dai maestri del genere e non vi sbagliate, Iron Maiden e Saxon in
prima linea. Anche l’impostazione della voce di Stefano è
rivolta verso certi lidi, Dickinson docet.
Nel cd scorrono undici tracce di tutto rispetto, sicuramente pane
per i denti di un vecchio metallaro che ha voglia di togliere la polvere
sopra ai suoni moderni, per riscoprire nuovamente, con gioia, da dove
proveniamo.
Il suono, questo è un punto cardine di “Too Hard To Die”,
di certo non all’altezza di certi canoni, ma dannatamente reale.
Si può restare infastiditi dalle chitarre del primo brano “Le
Main Des Magiciens”, forse si, ma quando le stesse partono,
c’è di che godere. “Too Hard To Die” è
un disco venuto dal passato, come pochi, con l’intento primordiale
di divertirsi e di divertire, ascoltate “The End Is Neat”,
“Fear Of The Fire”, “Hot Again” e compagnia
bella per credere. Non esistono sorprese, solo sudore e teste che
si scuotono e questo per un vero metallaro basta e avanza! “Kali”
è un pezzo davvero forte, con sprazzi di Queensryche anni ’80
(ovviamente), mentre “As A Stone” è, secondo chi
scrive, il momento massimo riguardo il lato prettamente emotivo.
Resta da fare solo una considerazione: e se il cd avesse avuto una
differente incisione? Chissà, magari avrebbe perso un certo
fascino…ma questo non sta a me giudicarlo, ciò che resta
è la musica. Tutto il songwriting è eccellente, non
esistono pause, quarantuno minuti di energia pura. Bravi Ammannati,
avanti tutta. MS
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