Non sempre il Death Metal è sparato a mille all’ora, i portoghesi Requiem Laus ci ricordano che la melodia può anche andare a braccetto con la violenza. Si è vero, sembra incongruente, ma quando il Death si incontra con il Doom questo è il risultato. La malinconia la incontriamo sovente nel percorso di questo “Promo 2006”, mentre il growling di Miguel (voce e chitarra) ci ricorda che stiamo sempre parlando di Metal estremo. La band è completata da Dani alla chitarra, Ricardo al basso e da Joe alla batteria ed è attiva gia dal 1990. In effetti di esperienza alle spalle i Requiem Laus ne hanno e si sente, malgrado in questo lungo lasso di tempo abbiano prodotto solamente altri due demo. L’esperienza a cui accenno si esalta nell’autoproduzione, con un artwork curato ed una pulizia sonora da fare invidia a diverse case discografiche blasonate. Un disco dalla breve durata di diciannove minuti, suddivisi in cinque traccie, tutte di buon livello.

Apre “Christ Above”, furbo il refrain, di facile presa, ma ci pensa Miguel a morderci le orecchie. C’è doppia cassa, ma tutto è stagnante nel malefico e tetro imbrunire delle chitarre. “Final Function” mostra tutta la maturità dei portoghesi, le idee e la tecnica della band convogliano a nozze. Arabeggianti passaggi di chitarra sprofondano nel buio della distorsione, tramortiti da cambi di tempo precisi e gustosi. “Perfect World” è un breve arpeggio di chitarra, oscuro preludio alle mazzate di “Maledictis”, un nome, un fatto. Chiude il promo “Reflection Of God”, per il sottoscritto una piccola perla nera.

Ammetto di non aver mai sentito nominare i Requiem Laus ed altresì ammetto che il Death non è assolutamente il mio genere, ma sono stati davvero una bella sorpresa. Questo sta a significare che quando una cosa è fatta bene, non ci sono limiti e confini di gusti, tantomeno di generi, è fatta bene e basta. MS