I
Retrovértigo sono una formazione venezuelana di cui so molto
poco, sono un quartetto in apparenza piuttosto giovane (le foto sono
sfocate) e questo potrebbe essere il loro album di debutto. Il loro
prog è prettamente strumentale e si pone a metà strada
fra la scuola settantiana di matrice Crimsoniana e quella moderna
con riferimento alle ultime cose di Anekdoten e Anglagard, senza disdegnare
certo pop inglese tipo Radiohead e Coldplay.
Il gruppo suona davvero bene, ma i brani non sono particolarmente
accattivanti, musica piuttosto ipnotica e malinconica, con giri lenti
ripetuti in modo ossessivo. L’unico brano cantato è il
settimo, “Intermitente”, la parte musicale non è
male, ma il cantato non funziona proprio e penso sia un bene che il
gruppo lo abbia limitato al massimo, almeno fin che non avranno trovato
un cantante un po’ più convincente. Comunque non si può
negare che brani come “Ultimo Noviembre” abbiano un grande
fascino, non saranno particolarmente originali, ma sono sicuramente
molto belli e intensi. Un altro difetto è che i pezzi si assomigliano
parecchio fra di loro rendendo il lavoro complessivamente noioso,
pecca forse dovuta ad una scarsa maturità artistica che potrebbe
arrivare con una maggiore esperienza.
In definitiva il gruppo ha delle potenzialità enormi, non ha
raggiunto con questo lavoro uno status di primo piano, ma con un briciolo
di originalità in più e un singer come si deve saranno
in grado di lasciare il segno. GB
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