Non sforziamoci molto per comprendere quale sia la vera vena musicale
di Alberto Rigoni, lui spazia dall'Ambient alla New Age, passando
per il Progressive (che da solo già basterebbe come insieme
di influenze) fino a giungere all' Heavy Rock. Sto parlando di un
eclettico chitarrista, oppure di un virtuoso tastierista? Se leggete
le nostre recensioni già conoscerete Rigoni, questo "Three
Wise Monkyes" è il terzo lavoro da studio e lui è
un bassista. Si, un bassista che però non fa della sua arte
un virtuosismo invadente, molta attenzione alla composizione oltre
che alla tecnica, perché questa è al servizio della
musica e non viceversa come spesso accade per i solisti virtuosi.
La cultura musicale di Rigoni è intuibilmente elevata, lo si
evince dalle influenze citate, oltre modo subentra anche l'esperienza
che si fa largo negli anni fra le realizzazioni.
Ma attenzione, è vero che il basso risulta sempre in prima
fila e che l'artista è un ottimo esecutore, però qui
siamo al cospetto di un cast di supporto davvero imponente. Basta
citare l'ex Dream Theater Kevin Moore oppure Simone Mularoni dei DGM,
per far capire a che livelli viaggia questo terzo epitaffio di Alberto.
Le special guest si completano con Goran Edman (voce), Jonas Erixon
(voce), Federico Solazzo (tastiere), Mistheria (tastiere), Alessandro
Bertoni (tastiere), Tommy Ermolli (chitarra), Mark Cross (batteria),
Paolo Valli (batteria), Paco Barillà (batteria) e Sebastian
Persini (batteria).
Tengo a sottolineare una volta tanto il valore sonoro della registrazione,
finalmente un suono equilibrato e pulito, una registrazione sicuramente
degna di nota e dire che il mio ascolto è avvenuto tramite
MP3.
Dunque un mutamento stilistico rispetto il precedente "Rebirth",
uno sforzo compositivo maggiore, tentando di entrare con modestia
nel complicato labirinto che si chiama Prog e perché no sporcandolo
di fraseggi Heavy .
Il lavoro suddiviso in dieci tracce, si apre con un intro etereo di
campane tubolari (non saprei altrimenti come definirle) dal titolo
"Toshogu Shrine", per lasciare subito il campo al caldo
basso che ci accoglie in "Mizaru", composizione robusta
ed articolata. Batteria vivace nella title track cantata da Goran
Edman, al confine con l'AOR, di conseguenza il ritornello gioca un
ruolo fondamentale. Per ascoltare il Rigoni più intimistico
bisogna giungere a "Kikazaru", qui l'anima dell'artista
esce a nudo con pacatezza, un piacevole intermezzo emotivo per arrivare
alla nuovamente vivace "Blackened Tornado". La voce in questo
caso è quella di Jonas Erixon, mentre il brano non sfigurerebbe
per nulla se fosse anche nell'album "Actual Fantasy" degli
Ayreon.
Semplicemente Prog è "Iwazaru", ricercata composizione
che lascia piccole vetrine ai singoli strumentisti. Invece il Rock
trasuda in "Free Falling", permettendosi un cambio umorale
attraverso un ottimo assolo di chitarra centrale, qui c'è virtuosismo.
Torna il suono caldo del basso in Between Space And Time", supportato
da un eccellente tappeto pianistico avvolto da un lieve effetto eco
che esalta l'atmosfera.
A testimonianza di una notevole attenzione da parte di Rigoni alla
scorrevolezza dell' insieme ecco alternarsi un nuovo brano e un nuovo
stile, "Coming Home" è Rock senza strafare, anche
da cantare, così l'attenzione dell'ascoltatore non viene mai
a mancare, sempre stimolata da sonorità differenti. Il disco
si conclude con "Belive" e la voce di Erixon.
Questo "Three Wise Monkeys" non sarà una pietra miliare
del Rock, ma di sicuro è un disco che sa farsi ascoltare senza
farsi pregare e neppure annoia, di questi tempi è un super
risultato! A questo punto la curiosità attorno al bassista
accresce, quale stile andrà a toccare la prossima volta? Personalmente
sono felice di ascoltarlo, perché amo molto chi sa mettersi
in discussione e che realizza soltanto ciò che pensa, senza
ascoltare la sirena del music businnes. MS
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