La nipponica Poseidon ha tirato fuori dal cappello un’altra
formazione settantiana sparita nell’anonimato. Non è
chiaro se le registrazioni proposte erano già state pubblicate,
ma si tratta di cinque brani registrati dal vivo nel 1975 con l’aggiunta
di altri due registrati due anni più tardi con un diverso progetto.
I Ring sono il progetto del polistrumentista Takashi Kokubo, che qui
suona la batteria e canta in lingua madre, ma il suo strumento principale
è il sintetizzatore, infatti nei due brani finali lo troviamo
cimentarsi proprio con questo strumento affiancato da un secondo synth
e da un chitarrista. I Ring ricordano la classica formazione con chitarra,
tastiere, basso e batteria e propongono un sound che spazia dal prog
sinfonico alla psichedelia dei Pink Floyd meno acidi.
In effetti i cinque brani proposti dai Ring sono una piccola opera
rock sorretta da melodie piacevoli e poco oscure, come invece farebbe
pensare l’inquietante titolo. In certi frangenti si tocca anche
la musica neo classica come in “The Desolation of Soom”.
I due brani aggiunti sono a nome Kokubo Synthesizer Works e si discostano
notevolmente dal repertorio precedente. Continua una certa propensione
sinfonica, ma è molto meno rock nel senso tradizionale del
termine. Ma il sound è più maturo e originale anche
se si è fatto esclusivamente strumentale.
Nel complesso questo disco rappresenta più una curiosità
per appassionati e per collezionisti che vogliono conoscere in profondità
la scena giapponese. Sicuramente è un disco piacevole e interessante,
ma prima di questo ci sono molti altri titoli da cercare. GB
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