Rock Impressions

Il Riso Degli Stolti - Ventiquattro Fotogrammi al Secondo IL RISO DEGLI STOLTI
Ventiquattro Fotogrammi al Secondo
Psych Up Melodies / Trail Music Lab
Genere: Cantautore
Support: CD
- 2016


Il Riso Degli Stolti sono un duo composto dal cantautore Antonello De Simone (voce, chitarra) e Angelo Beneduce (pianoforte), dedito ad un cantautorato supportato da strumentazioni classiche (violoncello, violino, arpa, etc) così da sax e trombone. Con loro suonano Pasquale Benincasa (batteria, vibrafono), Costantino Rubini (contrabbasso) e Luigi Castiello (basso). Si formano nel 2006 e nell’aprile 2008 sono finalisti regionali al concorso per artisti emergenti Martelive. Nel maggio 2009 sono vincitori assoluti del Premio Donida, in ricordo del compositore Carlo Donida Labati e ottengono un contratto di edizione con la Universal per la canzone “Qualcuno Dice Al Caso”.

“Ventiquattro Fotogrammi Al Secondo” è il disco d’esordio narrante episodi di vita che scorrono uno dopo l’altro proprio come fotogrammi di un film. La cura dell’artwork a cura di Gennaro Apicella è apprezzabile, il libretto è esaustivo e chiaro nell’impostazione grafica contenente testi e dettagli riguardo l’esibizione dei pezzi. Undici canzoni che si alternano sgocciolando influenze differenti di stili musicali che si alternano fra cantautorato e Jazz su tutti. Bello il movimento del violino di Luca Bagagli che apre il motivo del brano iniziale “24FPS”, canzone velatamente malinconica e di classe. Sin dalle prime note dell’album si denotano una buona attenzione per gli arrangiamenti e una discreta registrazione audio.

La successiva “Il Riso Degli Stolti” è più ritmata e conferma la cura dei dettagli, grazie anche all’accompagnamento dei fiati. Resto ammaliato dalla dolcezza di “Qualcuno Dice Al Caso”, non è questione solo di violino, ma proprio di melodia. L’approccio alla formula canzone è quindi non proprio usuale, anche se il risultato è semplice e diretto, malgrado la proposta sia ricca di strumentazioni. Ancora una volta è vincente la dolcezza in “L'Ultimo Boccascena”, in cui risulta ottima l’interpretazione vocale di De Simone, mai aggressiva e sempre posata. Non manca una canzone dedicata ad una donna, qui dal nome di “Sofia”. Una piccola finestra nel cantautorato anni ‘70/80 in stile Lucio Dalla più intimo, viene da “Di Questo Si Agitano I Tuoi Occhi”. Soffice “Ruggine”, breve sunto dello stile del duo, qui tutte le prerogative che lo contraddistinguono. Ma è in “Giorni D’Assurdo” che colgo i momenti più gradevoli di un cantautorato apparentemente passato ma che in realtà in Italia non troverà mai la parola fine. Per la statistica, “Luna Turca” è la canzone più lunga dell’album e forse anche la più bella (“cinematograficamente” parlando) con i suoi sei minuti. Chiude “Rumore Di Fondo”, una ballata dolce voce e piano.

Il Riso Degli Stolti è un progetto solare, ricco di particolari e di cultura, quella dei protagonisti che sciolinano piccole perle sonore di facile assimilazione. Una buona compagnia per una serena giornata di relax. MS




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