Rock Impressions

Riverland RIVERLAND - Riverland
Secret Entertainement
Distribuzione italiana: no
Genere: Neo Folk
Support: mCD - 2013


Mikko Heino (Minutian, Montage) alla voce e Roni Seppanen (Tracedawn, Devil I Know, Montage) alla chitarra nel 2008 hanno dato vita a questo nuovo progetto dal nome Riverland che debutta con questo mini album di sette tracce. Le parti di batteria elettronica sono state programmate con l’aiuto di Aki Vakeva, che ha curato anche il mixing del disco.
L’album si basa su un concept abbastanza particolare, tanto da sembrare banale, ma non lo è, l’aiuto reciproco fra persone, il prendersi cura degli altri e l’innamoramento. In particolare quanti dischi abbiamo ascoltato contro la guerra, a difesa dei diritti civili, a difesa dell’ambiente, pochi invece, molto pochi che invitano al prendersi cura degli altri, in particolare in contesti non legati ad ambienti filo religiosi. La musica che fa da sfondo a questo concept è un folk elettronico leggermente prog, potete provare a pensare ad una versione folk e morbida dei Depeche Mode, giusto per capire un po’ la direzione.

“Hope In the Air” che titolo splendido per aprire un disco, in un tempo poi dove la maggioranza esprime pessimismo e cinismo, la speranza è nell’aria e il primo verso recita “I believe in you…”, la musica ha un sapore elettronico minimalista, con belle melodie leggermente dense di una malinconia serena, che ritroveremo un po’ lungo tutto il disco. “Help!” è retta da un gradevole giro molto pop, non è particolarmente originale, ma è fresca e piace. “Sounds” è più folk e rappresenta al meglio il carattere di questo progetto, anche se è un brano meno immediato del precedente, posseduto da un’atmosfera onirica incanta ascolto dopo ascolto. “Pictures” è quasi psichedelica, il momento più intimo e oscuro, molto lirico. Ritroviamo la vena pop in “2001 (Love)”, una bella melodia semplice ma anche un po’ annacquata. “Clear Water” è molto bella, ma dura solo un minuto e venti, troppo poco, peccato perché l’idea portante era veramente buona. Chiude “Riverland”, la traccia più lunga dell’album e su cui sicuramente il gruppo ha investito di più, visto che porta anche il nome della band. Il brano è felicemente poetico e avvolgente, sicuramente il pezzo dove il duo è riuscito ad infondere meglio il proprio intuito, nella seconda parte viene introdotto anche un po’ di rock più deciso, quasi militare e il pezzo ne giova.

Il gruppo si presenta un po’ acerbo, molto delicato, manca un po’ di carattere, ma ci sono dei buoni presupposti per il futuro. Per il prossimo disco non sarebbe male l’inserimento di una vera batteria o almeno di un percussionista e ovviamente anche un bassista darebbe un bel contributo ad un sound che presenta già delle buone credenziali. GB

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