Mikko Heino (Minutian, Montage) alla voce e Roni Seppanen (Tracedawn,
Devil I Know, Montage) alla chitarra nel 2008 hanno dato vita a questo
nuovo progetto dal nome Riverland che debutta con questo mini album
di sette tracce. Le parti di batteria elettronica sono state programmate
con l’aiuto di Aki Vakeva, che ha curato anche il mixing del
disco.
L’album si basa su un concept abbastanza particolare, tanto
da sembrare banale, ma non lo è, l’aiuto reciproco fra
persone, il prendersi cura degli altri e l’innamoramento. In
particolare quanti dischi abbiamo ascoltato contro la guerra, a difesa
dei diritti civili, a difesa dell’ambiente, pochi invece, molto
pochi che invitano al prendersi cura degli altri, in particolare in
contesti non legati ad ambienti filo religiosi. La musica che fa da
sfondo a questo concept è un folk elettronico leggermente prog,
potete provare a pensare ad una versione folk e morbida dei Depeche
Mode, giusto per capire un po’ la direzione.
“Hope In the Air” che titolo splendido per aprire un disco,
in un tempo poi dove la maggioranza esprime pessimismo e cinismo,
la speranza è nell’aria e il primo verso recita “I
believe in you…”, la musica ha un sapore elettronico minimalista,
con belle melodie leggermente dense di una malinconia serena, che
ritroveremo un po’ lungo tutto il disco. “Help!”
è retta da un gradevole giro molto pop, non è particolarmente
originale, ma è fresca e piace. “Sounds” è
più folk e rappresenta al meglio il carattere di questo progetto,
anche se è un brano meno immediato del precedente, posseduto
da un’atmosfera onirica incanta ascolto dopo ascolto. “Pictures”
è quasi psichedelica, il momento più intimo e oscuro,
molto lirico. Ritroviamo la vena pop in “2001 (Love)”,
una bella melodia semplice ma anche un po’ annacquata. “Clear
Water” è molto bella, ma dura solo un minuto e venti,
troppo poco, peccato perché l’idea portante era veramente
buona. Chiude “Riverland”, la traccia più lunga
dell’album e su cui sicuramente il gruppo ha investito di più,
visto che porta anche il nome della band. Il brano è felicemente
poetico e avvolgente, sicuramente il pezzo dove il duo è riuscito
ad infondere meglio il proprio intuito, nella seconda parte viene
introdotto anche un po’ di rock più deciso, quasi militare
e il pezzo ne giova.
Il gruppo si presenta un po’ acerbo, molto delicato, manca un
po’ di carattere, ma ci sono dei buoni presupposti per il futuro.
Per il prossimo disco non sarebbe male l’inserimento di una
vera batteria o almeno di un percussionista e ovviamente anche un
bassista darebbe un bel contributo ad un sound che presenta già
delle buone credenziali. GB
Sito Web
|