Il
singer Rob Rock è stato gratificato da una lunga carriera nel
panorama metal, partita più di vent’anni fa in un supergruppo
con MacAlpine e la sezione ritmica di Ozzy composta da Sarzo e Aldrige.
Dopo una lunga militanza con Impellitteri e la partecipazione ad una
decina di altri progetti Rob intraprende anche la carriera solista
e questo è il suo quarto album. In formazione troviamo il chitarrista
CJ Grimmark che è anche produttore, il bassista Andreas Olsson
e il batterista Andreas Johansson, mentre almeno in un paio di brani
c’è lo zampino di Roy Z.
Ovviamente con una tale carriera alle spalle il nostro non poteva
abbandonare il metallo e infatti fin dall’iniziale title track
dominata da una doppia cassa furiosa si capisce qual è la materia
principale di questo platter. Rob è un cantante vecchio stampo
e il suo screaming è pulito e pieno di grinta, ricorda vagamente
quello di Dickinson, ma ha una sua personalità, il brano in
sé piuttosto non mi entusiasma più di tanto, sembra
il solito power metal reso piatto dalla doppia cassa. Non molto diverso
è il discorso per “Satan’s Playground”, siamo
ancora nel metal rinforzato dalla doppia cassa, il brano però
è più teatrale del precendente e quindi funziona meglio.
“Savior’s Call” è sempre power metal, con
la chitarra che spesso indugia su un’unica nota, mentre il refrain
è piuttosto melodico, di quelli che dal vivo si cantano volentieri.
“This Time is the Last Time”, non mi ha detto proprio
niente, sembra il classico riempitivo. Anche con “Only A Matter
of Time” siamo nel territorio del deja vù, solo la classe
di Rob salva il pezzo. “Spirit in the Sky” è complessa
e sfiora quasi il prog metal, ma non raggiunge grandi vertici espressivi.
Banale “Metal Breed”, meglio “Millenial Reign”
anche se si rifà troppo al power metal epico tedesco risultando
alla fine troppo scontata. Si arriva così al lento “Unconditional”,
si sa, la ballatona funziona sempre ed è anche bella, ma non
siamo più negli anni ’80 e qui siamo già fuori
tempo massimo, resta solo il brano “Ode to Alexander”
ed è decisamente tardi per salvare questo disco mediocre, comunque
per dovere di cronaca questo è un pezzo abbastanza bello, ancora
una rock ballad, ma dal gusto epico.
Rob è un grande singer e i suoi fans hanno pane per i loro
denti, ma a tutti gli altri consiglio di andare sui lavori più
vecchi per provare delle emozioni un po’ più forti, qui
non ce ne sono tante. GB
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