ROSSI
FABIO Rory Gallagher: Il bluesman bianco con la camicia a quadri Ed. Chinaski 2017 |
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Abbiamo incontrato (virtualmente) lo scrittore e critico musicale Fabio Rossi in occasione della pubblicazione del suo libro sulla musica prog, oggi ci presenta questa biografia del chitarrista irlandese Rory Gallagher, nella quale dimostra che la sua conoscenza musicale è ben più ampia e trasversale di quanto ci si poteva aspettare, dal momento che nel nostro paese si tende invece a coltivare di preferenza una cultura estremamente specializzata. Il libro ci mostra un lato diverso della sensibilità dello scrittore, che appare qui più accessibile e spiccata. Rory Gallagher è un musicista che amo da sempre e che considero il miglior chitarrista bianco di blues, un genere musicale nero, nato in America e che è diventato il linguaggio artistico di un intero gruppo etnico, e in senso più generale, la voce e il riscatto di un popolo che ancora oggi subisce soprusi e umiliazioni. Come sappiamo il blues ha contagiato l’Europa negli anni ’60 al punto da creare una scena musicale che ha generato un movimento al contrario, dall’Inghilterra verso gli USA, la british invasion, ma il libro non parla di questo, era giusto per accennare il contesto in cui si è formato il giovano Rory. Ho il rimpianto di non aver mai visto Gallagher dal vivo, ma custodisco gelosamente diversi suoi lavori in versione originale in vinile, il suo stile chitarristico unico ha conquistato centinaia di platee. Fra le caratteristiche peculiari di Rory c’era quella di essere uno spirito veramente libero, qualità che gli ha impedito di sfruttare commercialmente il suo talento e che in qualche misura non l’ha aiutato ad essere considerato per il suo reale valore. Solo per fare un esempio odiava i 45gg e questo faceva sì che i suoi brani non venissero trasmessi facilmente dalle radio, cosa che sarebbe stata indispensabili per la diffusione della sua musica su larga scala. Inoltre Rory mostrava una gentilezza squisita, grande umiltà e disponibilità. Il libro di Rossi è meticoloso nel raccontarci l'aspetto umano di Gallagher. Sfortunatamente tutte queste qualità nascondevano purtroppo un animo fragile e timido. Rory ha cercato di vincere, o almeno arginare, questi suoi limiti nel modo più sbagliato possibile: l’alcool. Così i suoi ultimi anni segnano un declino inesorabile, fino alla tragica e prematura morte, avvenuta il 14 giugno del 1995 all’età di 47 anni. Il libro di Rossi ha al tempo stesso un pregio ed un difetto: è un libro “breve”, appena un centinaio di pagine. È un difetto nel senso che sicuramente si poteva parlare di più di Gallagher, ma è un pregio perché si legge velocemente e Rossi è riuscito a condensare la vita del grande chitarrista in un linguaggio diretto e piacevole, che si legge quasi come un romanzo e che mette la voglia di ascoltare ancora una volta il più grande bluesman bianco di tutti i tempi. Giancarlo Bolther Altre recensioni: Storia del Prog |
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