Rock Impressions

Ross The Boss - New Metal Leader ROSS THE BOSS - New Metal Leader
AFM
Distribuzione italiana: Audioglobe
Genere: Heavy Metal
Support: CD - 2008

Per la mia generazione Ross the Boss è stato il primo mitico chitarrista dei selvaggi Manowar, anche se il nostro si era già fatto notare in precedenza coi Dictators, storica formazione americana a cavallo fra il punk e l’hard rock, e con i francesi Shakin’ Street molto amati in patria. Ma la vera popolarità è arrivata col gruppo di De Maio e Adams, coi quali ha inciso tutti i dischi più belli, come Hail to England, Sign of the Hammer e Battle Hymns. Conclusa l’esperienza con gli impetuosi Signori della Guerra, il nostro ha vagabondato in varie formazioni minori, compresa l’entrata nei Brain Surgeons di Albert Bouchard (BOC), coi quali ha inciso l’ottimo Denial of Death. Per il suo come back l’axeman ha deciso di unirsi ai tedesci Ivory Knight, del resto oggi la Germania è il paese a più alto tasso metal, ma la scelta probabilmente è dipesa anche dal fatto che questi musicisti hanno una cover band dei Manowar.

Questo disco è il suo primo parto solista e fin dalla cover si capisce subito che Ross vuole lanciare un chiaro appello a tutti i fans dei Manowar e del metal epico, Army of the Immortals preparate le armi, si scende in battaglia! L’iniziale “I.L.H.” non lascia dubbi sulle intenzioni bellicose del nostro che confeziona un riff epico e magniloquente come pochi, lo spirito indomito non si è di certo affievolito in Ross, si tratta di un metal roccioso e compatto che si rifà al passato con orgoglio. Si continua con “Blood of Knives”, siamo sempre in territori cari ai fans dell’Epic Metal, sembra infatti una rilettura di “Each Down I Die”, il singer Patrick Fuchs come avrete capito ha una buona estensione vocale e canta in modo abbastanza simile ad Adams. Ross è tanto sicuro di se che ha deciso di spendere parole che non lasciano dubbi, come il titolo dell’album e tutto il resto, ma ascoltando il disco si sente che non si tratta delle “sparate” che hanno sempre contraddistinto i Manowar, che per mio conto da quando è uscito Ross non hanno più fatto niente di veramente interessante, limitandosi a copiarsi in continuazione. “I Got the Right” è puro metal epico, che riporta quello spirito battagliero che manca da un po’. Dopo altri brani di puro metallo arriva la prima ballata, “God of Dying”, ad alto tasso di solenne malinconia, sullo stile della splendida “Mountain” o di “Bridge of Death”, tutti i fans dei primi ottanta si commuoveranno con questo pezzo, da brividi. La festa comunque continua sempre su ottimi livelli, il songwriting pur essendo ottantiano è molto scorrevole, non ci sono novità nella formula del Boss, ma tanto heavy generoso e sincero. Apoteosi finale con l’intensa “Immortal Son”.

New Metal Leader corre il rischio di venir relegato come prodotto di serie B, essendo in un certo senso un disco “derivativo”, ma questo sarebbe un grave errore, perché si tratta di un ottimo disco di heavy metal epico, che risente un po’ di una produzione contenuta e di pochi mezzi a disposizione, ma ce tanta passione e questa conta più di tante diavolerie elettroniche da studio. Un disco per tutti i True Metallers! GB

Interviste: 2008

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