Fra le formazioni storiche del pop d’avanguardia italiano gli
RDM si distinguono per l’attitudine rock. Nel tempo la band
capitolina ha tentato più volte a dare continuità alla
propria storia, ma lunghe pause hanno contrassegnato le uscite discografiche,
tanto che questo Microstorie vede la luce dopo dodici anni dal precedente,
Vitae, che comunque era stato registrato qualche anno prima della
sua effettiva pubblicazione.
Enzo Vita è l’unico membro originale e si è fatto
carico di perpetrare la tradizione dei RDM, in questo album è
attorniato da una schiera piuttosto folta di musicisti, impossibile
ricordarli tutti. Vorrei però segnalare la presenza del cantante
Roberto Tiranti, il suo contributo è determinante per la riuscita
del disco.
Microstorie si snoda lungo dodici brani molto vari, si va dall’hard
rock al prog, con una forte propensione al pop e con un’attenzione
particolare alla produzione di canzoni che funzionano, non sto parlando
di pezzi che cercano di compiacere un vasto pubblico, ma di una scrittura
che tiene conto della tradizione del gruppo senza rinunciare alla
fruibilità d’ascolto.
Il primo brano, “Part Time”, è costruito su ritmi
latin e per certi versi ricorda Santana, ma il resto del repertorio
è più rock, con testi profondi ma non troppo impegnati.
Ottime parti strumentali si alternano al cantato di Tiranti, che si
conferma come una delle migliori voci in circolazione nel nostro panorama.
Di sicuro questo titolo entra nella discografia dei RDM a testa alta,
continuando una tradizione che ancora una volta mostra la qualità
dei nostri artisti. GB
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