La
musica è un arte complessa e soggettiva, dove i suoni propinano
emozione e l’uomo li ha plasmati a suo piacimento con i strumenti.
Ma lo strumento principale è la voce. Chi l’adopera per
gridare rabbia assieme al Rock, chi la spinge oltre ogni confine dell’umano
con la lirica, chi sperimenta e chi invece da essa pretende armonia
ed emozioni a pelle.
Barbara Rubin ama emozionare ed emozionarsi. Voce negli alessandrini
Arcansiel, band Progressive Rock da anni in auge, si diletta persino
in band Metal Prog come i Loreweaver, questo tanto per far capire
la versatilità dell’artista in analisi. “Under
The Ice” è il suo primo lavoro da solista, registrato
assieme ad altri musicisti fra i quali scorgiamo Paolo Baltaro, chitarrista
della band alessandrina e Simone Morandotti. La musica e le parole
sono scritte da Barbara Rubin.
Il disco è composto da undici tracce, per la durata complessiva
di trentaquattro minuti. I suoni che fuoriescono dal disco sono come
la foto in copertina, chiari, delicati e molto femminili, ossia dalle
mille sfaccettature e cambiano di colore a seconda dell’umore
di chi ascolta. “Under The Ice” non è una vetrina
di tecnicismi vocali, piuttosto un puzzle di umori ruffiani, come
un felino che ci si sfrega addosso quando vuole delle carezze. Ma
attenzione, proprio come tale, non ne vuole tante e quando basta sa
graffiare (“Liar”). Paesaggi senza limiti si aprono a
noi nell’ascolto di “Angel Heartbeat”, dove la cantante
(solo in alcuni momenti) mi ricorda L’Aura. Dal sapore anni
’70 è “Stupid Day”, motivo impreziosito ulteriormente
dagli interventi del violino e delle tastiere. Tutto sempre molto
delicato, soave e leggiero, un animo solare e gentile. C’è
anche un brano in italiano, si intitola “Ero E Sono”,
buon duetto voce e piano che sfocia verso un suono strumentale arioso,
sovrastato da una prova vocale eccelsa. “Music And Love”
si riallaccia allo stile iniziale di “Under The Ice”,
mentre “No More Tears” alza la testa e si rende più
Rock, pur restando in certi ambiti di relativa delicatezza. Chiude
piano, voce e violino di “Orange Roses” questo disco di
Barbara Rubin. Un volo ad alta quota dunque, verso paesaggi infiniti,
dove si intravedono di tanto in tanto segni di umanità. Un
disco che non è Prog, non è Pop, non è Rock,
è…. Barbara Rubin e chi non la conosce, forse si perde
qualcosa di interessante.
Consigliato a tutti coloro che si commuovono semplicemente con suoni
raffinati ed eleganti. Una promessa. MS
Per contatti: lady.rock@tiscali.it
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