Una
volta tanto mi piace iniziare una recensione facendo i complimenti
ad un componente della band, che in questo caso è il chitarrista
Chris Atchinson il quale, senza remore reverenziali nei confronti
del Metal anni ’80, si cimenta in cavalcate davvero D.O.C.
Tutta la band si muove su queste coordinate, i Ruffians (caspita che
nome….) amano alla follia i gruppi come gli Iron Maiden periodo
“The Number Of The Beast”, i Megadeth ed i Judas Priest
e si sente.
I pezzi contenuti in “Desert Of Tears” sono tutti buoni,
a dimostrazione dell’avvenuta assimilazione della lezione dettata
dai vecchi maestri, con aggiunta una buona percentuale di personalità.
Le idee ci sono, anche se non bastano a fare di questo disco un capolavoro.
Comunque c’è di che godere, si comincia con “I
Belive” ed immediatamente siamo immersi, fino al collo, negli
anni ’80, filo conduttore per tutta la durata dell’ascolto.
Da buon vecchio metallaro non posso restare indifferente alle svisate
di Atchinson, so bene che tutto ciò è “passato”,
ma cosa ci posso fare, i vecchi sapori sono sempre quelli più
buoni.
I Judas Priest fanno spesso capolino, brani come “Day Of The
Champions” e “I Will Fly” sono, per il genere, alta
scuola. “Live By The Sword” resta la mia preferita, anche
se “Chosen One” e “Freedom” gli danno filo
da torcere. Gli Iron Maiden anni ’90 si presentano spesso e
volentieri per la gioia di tutti i veri metallari, i quali con i Ruffians
troveranno pane per i loro denti.
Un giusto avviso a tutti coloro che fanno della musica una ricerca
sonora e stilistica: alla larga, come la peste. MS
|