Rock Impressions

RUSH live in Milano al Mazdapalace 21/09/04
di Giancarlo Bolther

Più che una sicurezza si tratta di una certezza: il concerto dei Rush è stato l’evento musicale dell’anno! E sono tante le riflessioni che si possono fare sull’eccezionalità di questo concerto, vediamo di riassumere le principali. La più ovvia è che si è trattata della prima ed unica data italiana in più di trent’anni di carriera, a questo proposito personalmente mi sono commosso quando Geddy Lee si è rivolto al pubblico chiedendo scusa per la lunga attesa e ha promesso un concerto coi fiocchi. Conseguenza diretta è la sensazione di una nuova epoca per i concerti nel nostro paese: le nuove generazioni non immaginano nemmeno la fortuna che hanno, non sanno cosa voleva dire negli anni ’80, quando in Italia non veniva quasi nessuno a suonare e mi fermo qui per non cadere nelle trappole della retorica. Qualcuno ha sottolineato l’eterogeneità del pubblico: non mi riferisco alla presenza di molte generazioni diverse (fatto di per sé già molto importante), ma si vedevano mescolati fra loro appassionati a generi musicali veramente molto distanti fra loro. Infine, ma se ne possono trovare ancora, voglio sottolineare che questo evento dovrebbe far riflettere le case discografiche: un gruppo originale, anticonformista, anticommerciale, che non ha mai avuto il supporto dei media, che si è sempre tenuto lontano dalle mode, che è sempre rimasto fedele a se stesso cercando allo stesso tempo di percorrere strade nuove e sperimentali, non sempre riuscite, ma conservando sempre l’integrità artistica, bene un gruppo così ha riempito il Mazdapalace in una serata infrasettimanale e vende sempre e comunque un bel po’ di dischi, in altre parole un gruppo che ha sempre messo la qualità al primo posto. Sappiamo tutti quanta poca qualità circoli nel mercato discografico di oggi, perché allora non premiare veramente chi, come i Rush, ha sempre basato tutto su questo valore? Quanti gruppi di qualità vera sono stati sacrificati dalle case discografiche e quanti ancora dovranno fare la stessa triste fine? Non meravigliamoci allora se il mercato è sempre più in crisi!

Comunque torniamo al concerto, oltre tre ore di maratona in un repertorio vastissimo: sono stati suonati circa trentasei brani di cui quattro cover, certo qualcuno voleva sentire questo o quel pezzo, ma credo che nessuno davvero possa lamentarsi. La voce di Lee non è più quella di una volta, ma non si è certo risparmiato e a me è piaciuto molto. L’impianto luci era mozzafiato, uno dei più belli che mi sia capitato di vedere. Discorso del tutto diverso per l’acustica: il Mazdapalace si conferma essere uno dei posti peggiori per un concerto. Ho girato e cambiato posizione per rendermi meglio conto: in platea predominavano i bassi in modo esagerto a scapito della batteria, mentre sulle gradinate si era letteralmente bombardati (e aggiungerei assordati) dalla chitarra con un volume che impediva di fatto il godimento del concerto, tenendo conto poi del fatto che Lifeson suona in modo volutamente sporco e impastato (si tratta di un vero virtuoso di questo modo di suonare, cosa non gradita da tutti, ma che ne fa un vero maestro) ne consegue che si faticava non poco ad ascoltare l’esibizione del gruppo.

La band sul palco ha dato il massimo e ha tirato fuori una grinta da grande occasione, sfornando un’esibizione molto autocelebrativa, ma anche autoironica con i filmati del vecchietto che apre e chiude il concerto. Assolo di batteria da manuale, Peart è uno dei pochi batteristi con un kit di decine di pezzi e che li usa tutti. E’ veramente bravo, personalmente non ho trovato irresistibile e ineccepibile il suo modo di suonare, ma tecnicamente è un vero mostro. Il pubblico era molto emozionato, la cosa che mi ha colpito di più è che durante i pezzi non si muoveva quasi nessuno, creando un effetto quasi surreale (di solito succede solo ai concerti di musica classica), ma non si trattava di mancanza di partecipazione, anzi si avvertiva un profondo senso di attesa e di stupore.
In definitiva si è trattato di un concerto che nessuno avrebbe dovuto perdersi, uno di quelli che fanno la storia della musica. GB

Tracklist:
Instrumental Medley (Finding My Way/Anthem/Bastille Day/Passage To Bangkok/Cygnus X-1/Hemispheres)
Spirit Of Radio (cantata)
Force Ten
Animate
Subdivisions
Earthshine
Red Barchetta
Roll The Bones
Bravado:
YYZ
The Trees
The Seeker
One Little Victory
-intervarllo-
Tom Sawyer
Dreamline
Secret Touch
Between The Wheels
Mystic Rhythms
Red Sector A
Drum Solo
Resist (acustic)
Heart Full Of Soul (acustic)
2112 (Overture, Temples Of Syrinx, Grand Finale)
La Villa Strangiato
By-Tor And The Snow Dog
Xanadu
Working Man
-bis-
Summertime Blues
Crossroads
Limelight

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