All’inizio degli anni ’90 avevano pubblicato un paio di
album, anni difficili per il prog, il movimento stava lentamente e
faticosamente rialzando la testa, poi diciotto anni di silenzio ed
ecco che la band romana torna a farsi viva con questo disco. Non conosco
le vicende che hanno tenuto i Sailor Free lontani dal loro pubblico,
sta di fatto che siamo contenti di ritrovarli e accogliere questo
loro nuovo disco.
Il titolo dell’album è il titolo del concept che sta
sotto il progetto, una rivoluzione spirituale, che passa attraverso
l’amore di Sebastian e Eleanore, l’amore umano come metafora
di un cammino spirituale, ma non c’è nessuna contraddizione,
è sempre stato così, in fondo cosa c’è
di più rivoluzionario e forte dell’amore?
Il disco parte con “Spiritual Overture”, un brano complesso,
che presenta parti nervose, che seguono la scuola dei maestri del
prog post moderno, come Tool e i Porcupine Tree più metallici,
ma anche altre che richiamano il prog più classico con tanto
di flauto, un bel mix di elementi solo apparentemente distanti tra
loro. Ma il concetto è molto più chiaro ed evidente
nella seguente “A New World”, molto moderna e poco incline
a retrospettive musicali. Non è mia intenzione fare un track
by track, anche perché è un concept album e i brani
sono ben quattordici, ci sono atmosfere proprio riuscite, tese fra
senso di mistero e tensioni nervose di buon spessore. La tenebrosa
“The Curse” è un piccolo capolavoro gotico. I Sailor
Free dimostrano una grande abilità nel miscelare tante sonorità
e tante idee, rendendo tutto molto personale e altamente godibile.
Uno dei momenti più articolati e complessi è proprio
la title track, che appare quasi come un caleidoscopio di idee, dal
folk al tribale, al metal prog alla sperimentazione, un gran pezzo.
Certo non è un album facile, ma la complessità che esprime
premia gli ascolti ripetuti e la voglia di penetrare un mondo musicale
pieno di sensazioni forti, di sapori pieni e di grande immaginazione.
Gran bel ritorno questo, i Sailor Free hanno dato vita ad un disco
maturo, che non teme paragoni con molti lavori stranieri e sarebbe
davvero bello se il loro nome cominciasse a girare nel modo giusto,
con la speranza di avere presto nuovi lavori su cui mettere le nostre
avide orecchie. GB
Altre recensioni: Spiritual Revolution Part.2
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