Come suonerebbe oggi la musica medioevale se si incontrasse con la
struttura Rock ed il Folk? Ce lo raccontano i Salici. Provenienti
dal Nord Est d'Italia, il quintetto composto da Marco Stafuzza (mandola,
viella, viola), Marco Fumis (chitarra elettrica, percussioni e batteria),
Devid Strussiat (voce , chitarra, basso), Simone Paulin (tromba, filocorno)
e Stefano Rusin (contrabbasso, percussioni) si forma nel 2007.
Nel 2009 danno al web la possibilità di scaricare gratis il
loro primo lavoro, colonna sonora di un documentario al festival Aeson-Arti
nella natura, al sito www.pagefound.com .
Questa musica ben si sposa con la natura, visto che nasce dalla convivenza
con i musicisti, non difficile accostarla ad immagini verdi e rilassanti,
anche se il Rock a tratti nervoso non viene a mancare. Chi segue il
Progressive Rock e conosce una band svedese dal nome Ritual, capirà
bene di cosa sto parlando.
Fonte d'ispirazione principe per i Salici resta il fiume Isonzo e
la musica medievale, assieme a suoni etnici, tutto questo porta ad
una rappresentazione sensoriale bucolica a partire da "Feeding
Roots", prima delle undici tracce che compongono il disco. Sanno
rendersi ruvidi, "Eyes In Windows" può sembrare più
Heavy di tante altre composizioni fatte da band Heavy Metal, non per
i suoni chiaramente, ma per il tipo di approccio al brano.
Un altra componente fondamentale nell'economia sonora è la
Psichedelìa, la quale di tanto in tanto viene ad emergere fra
le note, come ad esempio in "Wood Jacked". Importante e
seguita la formula canzone, nessun brano esula da questa componente,
malgrado il tipo di proposta sonora. Ipnotica, spesso ripetitiva,
la musica avvolge l'ascoltatore portandolo spesso fuori dalla realtà.
Chitarra acustica per "Clouds And Leather", in lidi dove
Gilmour (Pink Floyd) percorre note in quel di "Obscured By Clouds"
(guarda caso) e "More" per poi tornare al suono elettrico
e nervoso nella successiva "Disco".
Concorrono sonorità anni '70, sensazioni antiche ma sempre
tenute legate all'attualità dalle redini del Rock odierno,
un connubio dove le strumentazioni antiche donano fascino aggiunto.
Altro pezzo ispirato all'Isonzo è "Mosquito (Dragged By
The River)", cantato in inglese e decisamente più folcloristico
di altri passaggi che si possono ascoltare. La chiusura viene affidata
alla suite di dodici minuti "Om", a mio avviso il lato più
penetrante della band.
I Salici sono quindi una formazione che esula dalla banalità
delle proposte odierne e che punta ad un pubblico attento e preparato.
Noi italiani dobbiamo avere più autostima perché abbiamo
la cultura e capacità decisamente superiori alla media, solo
che non le sappiamo esporre adeguatamente. Piuttosto ci lasciamo sommergere
da un mare di letame sonoro straniero. Peccato. MS
|