Noi italiani sappiamo bene quanto sia difficile emergere nel panorama
internazionale, ma pensate a quanta fatica deve fare un artista che
viene da un paese islamico, non parlo delle resistenze interne, che
non conosco anche se posso immaginare ci siano, ma parlo della difficoltà
di far conoscere il proprio lavoro fuori dal paese di origine, senza
un canale distributivo, senza nessuna forma di pubblicità,
ma soprattutto verso un pubblico che storce il naso se il gruppo non
è almeno anglosassone. Salim Ghazi Saeedi viene da un posto
che abbiamo imparato a conoscere tramite i telegiornali e qualche
documentario: Theran, la capitale dell’Iran, l’antica
Persia. Per me è una grande soddisfazione che Salim ci abbia
onorato del suo cd da recensire e sono molto felice di presentarvelo.
Questo artista ha inciso tre album fra il 2006 e il 2008 con il gruppo
Arashk (deve essere uscito il quarto album proprio quest’anno),
mentre in questo caso presenta il suo primo album solista dove si
occupa di tutto il lavoro.
Iconophobic è un album di musica prog interamente strumentale,
composto da tredici brani tutti abbastanza brevi, quasi un’eccezione
nel prog, ma questo non deve trarre in inganno, perché la musica
di Salim è molto interessante. Intanto in un contesto propriamente
prog rock inserisce elementi di musica araba, dando vita ad un sound
molto originale, ma troviamo anche spunti jazz, neoclassici, elettronica,
il tutto assemblato in modo personale e fantasioso. Tutti questi elementi
rendono il disco di Salim fresco e intrigante, piacevole da ascoltare
anche nelle sue parti più sperimentali e complesse, che non
mancano di certo. La sensibilità di questo artista emerge con
chiarezza e ci fa gustare la sua voglia di ricerca, il suo gusto per
le soluzioni inedite, il suo amore per la musica.
Se Salim Ghazi non può competere con le ricche produzioni occidentali,
questo mi rende ancora più caro il suo disco, che batte molte
di queste produzioni sul piano dell’inventiva e della fantasia.
Non dico che Iconophobic sia un capolavoro da avere, uno di quei dischi
che non deve assolutamente mancare nella vostra discografia, ma di
certo è un bel disco che merita attenzione e supporto. GB
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