Rock Impressions

Sancta Sanctorum - The Shining Darkness SANCTA SANCTORUM - The Shining Darkness
Black Widow Records
Distribuzione italiana: Masterpiece
Genere: Heavy Doom
Support: CD - 2010


Ho accolto con una certa sorpresa questo nuovo progetto di Steve Sylvester, anche se sapevo già che c’era stato un riavvicinamento al vecchio amico Thomas Hand Chaste. Come saprete i due erano insieme nella prima line up dei temibili Death SS, poi a distanza di molti anni li abbiamo rivisti insieme per i due dischi solisti di Steve, ma in quell’occasione c’erano anche Paul e Claude, oggi invece Steve e Thomas sono accompagnati da Gabriele Tommasini (ex Violet Eves), che era anche lui in una delle prime incarnazioni dei Death SS col nome di Danny Hughes, completano la formazione il chitarrista Frederik Dope e dal tastierista John di Lallo. Ma sono rimasto sorpreso anche perché Thomas aveva recentemente intrapreso la via solista con due dischi interessanti, ma questa collaborazione probabilmente era troppo invitante per lui per rinunciarvi.

Gira notizia che Sancta Sactorum non fosse il nome originale del progetto, ma che avrebbe dovuto chiamarsi Opus Dei, ma in verità si tratta di un altro progetto di Steve che ora si chiama Wogue con un disco ritirato dal mercato in quanto vittima della censura. È possibile ascoltare qualcosa di questo progetto alla pagina http://www.myspace.com/opusdeirocks. Ringrazio l’amico Angelo KaC per la segnalazione di questa notizia. Coi Sancta Sanctorum in un certo senso è tornata la famigerata doppia esse.

La musica partorita è un heavy doom molto psichedelico e tenebroso, giusto quello che ci si aspetta da personaggi di questo calibro, che di certo non tradiscono le aspettative dei loro vecchi seguaci. Musica satura, avvolgente ed estremamente dark, il cantato di Steve è più cattivo che mai, tanto che a volte sembra voler graffiare con la voce, le sue urla feriscono i sensi e lasciano un senso di disagio nell’ascoltatore, che si trova inerme e senza difese, come avviene ad esempio nella delirante “Master of Destruction”. Ottima prova del giovane chitarrista emulo di Iommi, che si lancia in assoli e ritornelli ricchi di gusto, comunque il disco possiede un’aura malsana di grande efficacia, come non avveniva dai tempi in cui c’era anche Paul.

L’avvio del disco è affidato a “The End is Near”, uno dei brani più feroci del disco e per questo anche quello che mi piace meno, ottimo il riffing iniziale che cala subito in un aura cupa molto credibile, poi entra il cantato al vetriolo di Steve e il buio diventa totale. Fra gli episodi che mi hanno colpito di più c’è sicuramente la successiva “Black Sun” molto psichedelica, quasi prog. Ma tutto il disco è una vera manna per chi ama il dark rock in genere, sembra di ascoltare una summa di tutto ciò che è musicalmente oscuro.

Questi artisti si sono ritrovati per fare quello che amano di più e ci sono riusciti egregiamente, sicuramente molto meglio di quanto ha partorito Steve nella carriera senza i vecchi amici. Avere usato un nuovo moniker potrebbe essere stata una mossa controproducente, ma sono sicuro che i vecchi fans non si faranno fermare da questa piccolezza. Animali della notte fatevi avanti, questa musica è per voi. GB

Sito Web


Indietro alla sezione S