Rock Impressions

Sange:Main:Machine - Ready For the Show SANGE:MAIN:MACHINE - Ready For the Show
Street Symphonies Records
Distribuzione italiana: Atomic Stuff
Genere: Heavy Rock
Support: CD - 2011

Esordio positivo per questo progetto che vede come patrocinatore il cantante dei Tarchon Fist Sange (Luigi Sangermano), qui alle prese con un variegato hard/heavy rock dagli spunti moderni. Supportato da una formazione esperta e coesa (Lucio Martelli e Fabrizio Gangemi alle chitarre, Tiziano DeSiati al basso e Beppe Montuosi alle drums), il singer si propone con un valido bunch di brani, da “Hate shower” che di fatto apre “Ready for the show” seguendo l’intro “Let the show begin” e che cita nel cantato addirittura la classicissima “Locomotive breath” dei Jethro Tull, ad una “Demon inside” che rivela una spiccata attenzione alle più recenti inclinazioni del punk-rock melodico di matrice americana, senza che questi episodi appaiano minimamente forzati. E’ certo un disco che evidenzia un grande lavoro di squadra, frutto dell’impegno di un team compatto validamente guidato dal Sange, e pronto ad affrontare prosceni importanti, considerata la proposta, lo testimoniano l’epicheggiante “Master of the grief” ove si battono sentieri speed, rallentando quando il copione lo impone, mentre la ballata “Goodbye” si rivela esercizio di maniera. Ci pensa l’urlo di “Wake up” a riportarci alla realtà, dopo cotanto zuccherino, travolgendoci col suo irresistibile groove, l’assolo di “Too late for the show” spezza in due un pezzo sicuramente assai attuale, come “Shock down the system” che la segue, brani da sicura heavy-rotation in un programma rock (beh, mi ci sento coinvolto…), mentre tra “Photograph” e “Thank you”, episodi sotto la (elevata peraltro) media del disco, spicca la vagamente ac/dciana “Overturned by nature” ove i SMM ritornano all’eccellenza con un brano dall’ottima prova vocale e da begl’inserti melodici alternati a parti più grintose che inscatolano una sicura hit da cantare in coro ai concerti. L’acustica “Another day” (country?) suggella un’opera sicuramente personale e, sopra tutto, professionale; “Ready for the show” merita giusta attenzione, rischieremmo altrimenti di perderci una altra piccola perla del nostro valido underground. AM


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