Il cantante dei Midnite Sun, Enrico Sarzi, con “Drive Through”
debutta discograficamente nel mondo della musica. Questo dunque possiamo
definirlo un inizio, ma l’esperienza che Sarzi ha alle spalle
è già di tutto rispetto. Si consideri che ha suonato
con artisti dell’Hard Rock del calibro di Glenn Hughes, Ian
Paice e Robin Beck.
L’artista intraprende un viaggio musicale che spazia dal Rock
americano al cantautorato passando per il Blues, e lo fa coadiuvandosi
di musicisti di tutto rispetto come Cristiano Vicini (chitarra), Marco
Nicoli (basso), Marco Micolo (tastiere), Alessandro Mori (batteria)
e di special guest come Stefano Avanzi (sax), Alberto Valli (piano)
e Luciana Buttazzo (voce).
Si resta subito colpiti dal mid tempo di “Shameless”,
canzone che apre l’album con carattere e sinuosità. Il
modo di suonare la chitarra è quantomeno efficace, ossia l’artista
bada al sodo senza perdersi in inutili orpelli virtuosi e dunque badando
alla sostanza emotiva. Con “Afraid To Be Myself” si naviga
in atmosfere più curate, ricordi di un Rock AOR delizioso,
specialmente quello più pacato e riflessivo. Come in una staffetta,
il testimone passa in mano a “Nothing To Live For”, altro
momento di gran classe e fortemente emotivo, dal ritornello efficace
e ricercato. “S.O.S. To God” ha il sapore dell’America,
quella che sa come conquistarti, con quel Folk Rock polveroso, mentre
una chitarra acustica apre “Strange Freedom”, una ballata
che entra e colpisce dentro. Canzone giusta al punto giusto dell’ascolto,
poi quel sax…
Un riff più greve accoglie “The Repentant”, la
ritmica sa come districarsi, fra ritmi mid tempo e percussioni, una
canzone che comunque con effetti eco e cambi d’umore riesce
a cogliere l’attenzione dell’ascoltatore.
Le cose più si fanno con semplicità e più raggiungono
l’obbiettivo, e questo Enrico Sarzi lo ha ben metabolizzato,
a proposito di esperienza alle spalle. Ecco dunque “Inferno”,
altra semi ballata che ben si districa fra Rock ed Hard Rock, un frangente
che personalmente mi ha colpito per la cura dei dettagli e dei fraseggi
giusti messi nel posto giusto, ma sempre con semplicità.
Si torna a Roccheggiare con “Let Me Go”, qui nulla di
nuovo, mentre “Drive Through” racconta episodi nuovi,
grazie anche all’uso di elettronica e tastiere, un momento più
“ruffiano” nel senso positivo del termine, diciamo anche
orecchiabile ma con eleganza, sunto di tanto Rock passato.
L’intrigante titolo “Sex Perfume” lascia intuire
la sinuosità del pezzo, mentre la conclusiva “Cielo”
è una ballata cantata in italiano, degno sigillo ed un ottimo
lavoro vocale da parte dell’ospite Luciana Buttazzo.
Dischi così sono gradevoli, semplici e professionali, in un
mondo dove oggi domina il “pressappochismo” è oro
colato. Comunque la musica se ti emoziona, qualsiasi essa sia, ha
raggiunto il suo scopo. MS
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