Da quando il suo sencondo disco Surfing With the Alien invase i negozi
di dischi nel 1987, il mondo dei chitarristi e degli appassionati
dei virtuosismi sulla sei corde subì uno scossone simile a
quello causato in precedenza da nomi del calibro di Van Halen o Page.
Questo è il suo secondo live dopo quello del 2001, e dopo aver
realizzato una quindicina di dischi in studio, senza contare quelli
fatti con il G3.
Questo per dire che ci troviamo di fronte ad un musicista che ha reinventato
il modo di suonare la chitarra, che ha imposto uno stile, poco importa
tutto il resto. Di fronte ad un artista così è sinceramente
difficile trovare parole nuove, che non siano già state dette,
ma l’emozione di sentirlo suonare nel tempo non è cambiata,
come non è cambiata la sua bravura, che anzi è cresciuta
come succede sempre ai grandi musicisti. Per qualcuno Satriani è
freddo, è come una specie di “matematico” della
chitarra, ma non è così, certamente la sua abilità
in certi casi ti stordisce, ti rovina addosso con la sua esuberante
prepotenza, con la sua voglia di stupirti e di lasciarti senza fiato,
con la bocca aperta come se fossi un bambino ammutolito. Ma certi
virtuosismi “geometrici” in questo live sembrano essere
stati relegati al passato e Joe sembra essere diventatno molto più
caldo e comunicativo.
La scaletta presenta una ventina di brani estrapolati da tutta la
sua lunga carriera ed è difficile trovare degli episodi deboli
o poco convincenti, forse non avrebbe nemmeno senso, Satriani è
un dominatore e questo è il suo terreno di caccia. L’unico
neo è che ascoltare due cd di oltre due ore di musica strumentale
non è proprio una passeggiata e alla lunga qualcuno si può
anche stancare, ma chi si accosta a questo prodotto di sicuro sa già
a cosa va incontro. Riascoltando “Surfing” ci si accorge
che non sfigura per niente accostata al materiale più recente
di Satriani, ma si sente che con gli anni il nostro ha perso un po’
il bisogno di “esibirsi” ed è un gran bene.
I musicisti che hanno accompagnato il nostro sono Galen Henson alla
seconda chitarra, l’ottimo e fidato Dave LaRue al basso e Jeff
Campitelli alla batteria, professionisti che non hanno bisogno di
grandi presentazioni, ma la stella è sicuramente lui.
Gran bella pagina di musica dal vivo, un disco che anche i non esperti
possono amare per la sua istintiva sincerità e poi perché
non sono tanti quelli che sanno suonare come Satriani, scusate se
è poco. GB
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