Ci
sono vari generi di gothic, dall'etereo celestiale al metal più
duro, dal neoclassico all'elettronica più claustrofobica, dal
commerciale pacchiano allo sperimetale cerebrale, ognuno di questi
ha i suoi eroi, ha qualcosa da dire, ma questo disco dei tedeschi
Schattenkinder mi sembra che abbia davvero ben poco da offrire.
Il sound di questi cinque ragazzi parte dalla musica elettronica per
arrivare ad una proposta dal sapore neoclassico con due voci femminili
"angeliche". Nei presupposti ci sono degli ottimi elementi,
ma nel concreto i tredici brani sono noiosi, ma così noiosi
che mi hanno fatto venire voglia di riascoltare i Bauhaus e i Joy
Division.
Una proposta molto ben confezionata, con dei bei suoni, con linee
melodiche ricercate, non è un prodotto commerciale, fatto per
vendere e fare soldi, ma i brani non riescono a entrarmi in mente,
non mi catturano. Ritmiche elettroniche dal sapore etnico fanno da
sfondo alla violinista Katja, che è uno degli elementi di spicco
del sound di questo combo. Il violino è uno strumento molto
poetico e intenso e in effetti conferisce un'atmosfera molto malinconica
ai brani, ma sono le melodie che non funzionano. Il cantato è
in parte in inglese e in parte in tedesco ed è molto piatto
e monotono.
In definitiva ci sono degli aspetti interessanti, una via di mezzo
fra i Dead Can Dance, senza averne lo spessore, e Enya, senza averne
il fascino. Un attento ascolto preventivo è quantomai consigliato
prima dell'acquisto. GB
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