Rock Impressions

Claudio Scolari CLAUDIO SCOLARI
The My Fourteen Songs
Principal Records

Non nascondo che quando ho ricevuto questo cd ho provato una certa emozione, perché il curriculum vitae di Claudio Scolari è veramente notevole. Per chi ancora non lo dovesse conoscere riassumo alcuni punti chiave. Claudio è diplomato in strumenti a percussione e la sua carriera artistica ha seguito due strade entrambe molto impegnative: quella della musica classica e quella della musica jazz d’avanguardia, due mondi che, nonostante una lunga tradizione, hanno sempre fatto una certa fatica ad avvicinarsi, tanto che solitamente i musicisti di musica classica difficilmente si avventurano nel mondo della musica jazz, per non parlare poi di altri generi considerati ingiustamente “minori” come il blues, il rock e il pop.

Scolari ha avuto l’onore di collaborare con alcune fra le più prestigiose orchestre sinfoniche italiane a partire dall’Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI. Ha partecipato a quattro edizioni del Pavarotti & Friends ed ha collaborato con un numero notevole di artisti, per citare qualche nome si va da Uto Ughi a Steve Gadd, ma se siete curiosi e volete approfondire vi rimando al suo sito internet www.claudioscolari.com dove potrete trovare tutte le informazioni su questo artista.

Venendo al cd si tratta di un album interamente composto da Claudio, che qui suona la batteria, le percussioni, il sinth e presta la voce, al suo fianco troviamo il chitarrista Donnie Romano (vincitore del Pistoia Blues Festival 2004) e come special guest la singer Martina Gianotti in una traccia. L’intento artistico del nostro è chiaro fin dal primo ascolto, Scolari ama sperimentare e cercare nuovi linguaggi espressivi, lo fa partendo da musiche come il jazz, il blues e la musica etnica. Il nostro gioca a mescolare, scompone e ricompone ritmi e melodie dando nuova vita e colore a suggestioni antiche e sempre nuove. I ritmi sono spesso minimali, Scolari ha superato da un pezzo il bisogno di dimostrare il proprio valore con virtuosismi fine a se stessi e preferisce concentrarsi sul gusto, sul feeling e sulla bellezza intrinseca delle composizioni. In questo senso le sue musiche risultano molto belle e Donnie Romano spesso incanta con la sua chitarra. Anzi sembra quasi che talvolta Scolari si faccia un po’ da parte per lasciare libero spazio all’entusiasmo coinvolgente della chitarra dell’amico. Le note escono ora dolci ora cariche di elettricità e di energia, allo stesso modo i ritmi sono ora carezzevoli ora vitali e complessi. Su tutto una grande cura per il suono. Le quattordici tracce hanno una durata mediamente breve per questo genere, ma hanno il pregio di poter essere ascoltate tutte d’un fiato come se si trattasse di un’opera unica.

Ascoltare questa musica è un privilegio e vi invito a cercare fra i solchi di questo cd quelle emozioni che è sempre più difficile provare ascoltando un disco di questi tempi, mi auguro di cuore che questo non resti un privilegio per pochi. GB



Come non mai il termine “grande artista” calza così a pennello. Scolari ha un curriculum sterminato, un batterista dal tocco caldo con uno spiccato senso della sperimentazione. Un bagaglio musicale unico nel suo genere, un viaggio culturale che parte dalla classica passando con indifferenza dal Jazz al Blues fino a toccare l’etnica.

Francamente è riduttivo citare tutte le collaborazioni e le apparizioni sia radiofoniche che televisive di Claudio Scolari, basta dire che ha partecipato alle edizioni 1999, 2000, 2002 e 2003 del Pavarotti & Friends.

Il CD, come dice il titolo, racchiude quattordici momenti di musica e fatemelo ribadire nuovamente, di MUSICA! Oggi è sempre più difficile imbattersi in lavori veri come “The My Fourteen Song” e devo confessare che nemmeno io sono in grado di poter giudicare queste composizioni, frutto di esperienza, tecnica e studio. Non sono in grado, non per limiti di gusti e quindi per ignoranza sul genere, ma semplicemente perché quando un maestro parla bisogna solo che ascoltare.

In questo cammino sonoro, Scolari è coadiuvato dalla chitarra di Donnie Romano, già agli onori della cronaca per aver vinto il Pistoia Blues Festival nel 2004. Nessuna scala pazzesca, nessuna suite, solo semplice musica, a tratti ammaliante e ruffiana, sottovoce, colorata e profumata come la nostra terra.

Non vorrei confondere l’idee, quindi concludo semplicemente sottolineando il fatto che questo prodotto non è proprio consigliato al mondo Metallico, ma sicuramente un ascolto accurato potrebbe far sorgere in voi più di una emozione. Geniale. MS


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