I
Sentenced hanno deciso di morire, The funeral album sarà il
loro epitaffio visto che la band dopo il tour (di addio) a promozione
dell'album si scioglierà. Nel tempo delle improbabili reunion
questa notizia lascia sconcertati visto anche il livello di popolarità
raggiunto in europa dal gruppo.
Questa notizia è la chiave di interpretazione per capire a
fondo l'album che, come si evince già dai titoli delle canzoni
(We are falling but leaves, A long way to nowhere, Consider us dead),
è intriso di malinconia e disillisione come da miglire tradizione
Sentenced.
La rockeggiante 'May today become the day' apre le danze del disco
che scorre veloce veloce in virtù delle spendide melodie punto
di forza di tutto il lavoro. La roca voce di Ville Laihiala si amalgama
alla perfezione nel contesto musicale intriso di arpeggi e riff cristallini
sempre freschi e mai stucchevoli. Nessuna canzone si eleva sulle altre
anche perchè il livello qualitativo generale e sempre alto.
La senzazione di continuità del disco ci porta alla fine nel
silenzio della nostra camera nell'imbarazzo di far ripartire il lettore
per l'ennesima volta.
Qualche appunto però lo possiamo fare nella scelta della produzione
piuttosto leggera che potrebbe rendere l'ascolto stucchevole a chi
ha orecchie sintonizzate su sonorità più dure; questo
piccolo difetto però non intacca minimamente l'elevata qualità
del CD in questione e non posso non consigliarvi l'ascolto di questo
disco che si assesta sul livello delle ottime ultime produzioni del
gruppo. I Sentenced sono morti, lunga vita ai Sentenced. MF
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