Siamo
ancora in Italia, con l’ennesimo gruppo di Rock Progressivo
e ancora una volta mi ritrovo a tessere le lodi su un risultato sonoro
davvero eccelso. I Senza Nome si formano a Marino di Roma nel 2003,
proprio dove si sono composti i mitici del Banco Del Mutuo Soccorso.
Le analogie con la band non si fermano al luogo di nascita , ovviamente
anche la musica ne è contaminata, e come potrebbe non essere
con Rodolfo Maltese alle spalle?
Principalmente nascono come una band live, la loro dimensione è
quella concertistica e questa ha fatto si che la coesità sia
l’arma vincente del loro sound. Solo oggi li ritroviamo su un
cd con del materiale da studio. “Senza Nome” è
suddiviso in nove tracce, tutte a cavallo fra il Prog degli anni ’70
e quello più moderno. “Illusioni Di Un’ Anima Lontana
(I) Tesi” farà scorrere brividi sulla pelle a coloro
che hanno vissuto gli anni che furono. La musica che fuoriesce dalle
casse sembra l’assolo di “Non Mi Rompete”, ma questo
è solo un sentore, perché il brano si sciolina con leggerezza,
grazia e personalità. In “Illusioni Di Un’Anima
Lontana (II)- Antitesi” l’accostamento alla band di Di
Giacomo è ancora una volta inevitabile, specialmente per l’uso
delle tastiere da parte di Stefano Onorati. La band è completata
da Emanuele De Marzi alla chitarra e voce, Leonardo Bevilacqua alla
batteria, Mirko G. Mazza alla chitarra e da Francesco Portelli al
basso. La voce narrante di “Tumore” e di “Ulisse”
è quella di Fabrizio Rinaldi.
Tratto da “Il Piccolo Principe” ecco sopraggiungere “Passi”,
un brano dolce, narrato, con tastiere e chitarra in evidenza. Davvero
bello. Tutto il disco è ovviamente cantato in italiano. E’
la volta degli otto minuti di “Tumore”, pezzo più
duro di tutto il cd sempre con un occhio rivolto verso il Banco. La
chitarra di Mazza disegna trame davvero intriganti che in me fanno
sorgere immaginazioni paesaggistiche. Più cantautoriale e spensierata
“Non Sono Mai Esistito”, una breve pausa prima di incontrarci
con li brano più bello del cd, “Ulisse”. Undici
minuti di musica apparentemente semplice e dotata di una magia intrinseca.
Concludono “Si La Do” (il titolo mi sembra maliziosamente
quasi un consiglio…eheheh), canzone più sperimentale
e vicina alla PFM e la dolcissima “Sopra A Un Pensiero”.
Nel disco troviamo anche una traccia video “Si La Do”,
dove i ragazzi si divertono a recitare, il tutto ovviamente in maniera
amatoriale.
“Senza Nome” è per me un debutto straordinario,
ma forse io non sono del tutto obbiettivo, visto che amo da morire
il Banco. Un disco che girerà spessissimo nel mio stereo, poi
del resto…. Chi se ne importa? MS
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