I Sergeant Steel vengono dall’Austria e ci consegnano il loro
terzo album in cinque anni. La band si è formata nel 2007 e
uno dei risultati migliori è stato quello di fornire l’inno
alla nazionale di hockey, inoltre hanno aperto per Deep Purple e Sweet.
Una buona partenza in un panorama non facile, ricco di tante proposte
e con un pubblico sempre più eterogeneo. Lo stile proposto
dalla band è un hard rock melodico, tra l’AOR, l’hard
rock stradaiolo e il tipico gusto germanico per le belle melodie.
Questo nuovo album è stato masterizzato dal vecchio volpone
Michael Wagener.
Si parte con l’anthemica “Happy Time”, il titolo
è azzeccato e mostra subito le vere intenzioni del gruppo,
fare musica for fun. Ritmi quadrati con arrangiamenti accattivanti
e un rock duro di grande enfasi, con tanto di tastiere, it’s
only rock ‘n’ roll… but I like it! “Dirty
Habits” è molto americana, la chitarra è secca
e il ritmo ancora incalzante, con le tastiere che danno la giusta
enfasi, i ragazzi si muovono bene e dimostrano di conoscere a dovere
la materia. Ogni tanto troviamo spruzzate di space rock, ma il contesto
resta quello descritto sopra, così arriva un brano tanto prevedibile,
quanto contagioso come “Silver Spoon”, sorta di novello
tormentone hard melodico, come ospite c’è Kane Roberts,
il chitarrista culturista che tempo fa accompagnava Alice Cooper nel
suo teatro degli orrori. In un disco di questo genere è tempo
di ballata ed eccola arrivare puntuale, “Where My Heart Is”
è proprio il classico lento lacera cuori, non originale, ma
sicuramente piacevole. Si torna a rockare con la grintosa “Young
and Hungry”, è ancora puro ed energico r’n’r
, questa volta l’ospite d’onore è Mark Slaughter.
Se avevate dubbi ecco che arriva un vero Rock ‘n’ Roll
ipervitaminizzato, “Only Good Girls” è dinamite.
Siamo solo a metà album e si susseguono i titoli, ma il concetto
non cambia e la band fila dritta e veloce con una buona progressione
di brani, tutti all’insegna del divertimento. Fra le cose che
mi sono piaciute di più c’è “Mr Right”,
piuttosto personale e “Rock ‘n’ Roll Highway”
per la bella spinta energica. La seconda ballata è “Promised
Land” , che è più originale della precedente.
Chiude “Trouble Maker”, una zampata di cattiveria, hard
rock che graffia forte, dopo tanta melodia ci sta proprio bene. A
sorpresa troviamo una ghost track di genere molto diverso, una versione
hip hop di “Dirty Habits”… non vi abbiamo forse
detto che il divertimento è il fil rouge del disco?
I Sergeant Steel sono una band caciarona, sembrano arrivare da Los
Angeles, ma sono molto simpatici e non mancheranno di piacere a chi
ama lo Sleazy Rock. GB
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