Giovanissima
band svedese, i Seven Tears furono ideati dal chitarrista Jonathan
Carlemar e dal bassista Fredrik Lager, danno oggi alle stampe il loro
primo full-lenght. In Every Frozen Tear è un lavoro senz’altro
progressivo, data la spiccata tendenza dei cinque scandinavi a miscelare
i più classici Dream Theater con le sonorità dei loro
connazionali Evergrey. Il risultato è, appunto, un progressive
metal a tratti decadente, a tratti “power oriented”.
Così, citando liberamente alcuni capitoli dell’opera,
il taglio power-prog è netto sulle strofe di “Sorrow”
o su alcuni riff di “Prayer For The Dying” (che poi però
prosegue su un canovaccio più alla Dream Theater). Le inclinazioni
di sir Tom S. Eglund appaiono su brani come “Fragments”,
contribuendo parecchio a questa impressione l’assonanza timbrica
del roco cantante Zoran Djorem. In numerose altre songs invece, si
ascolta puro metallo progressivo, come sulle note di “Twist
Of Hate”, “Faded Memory” e “Reflection”
: ritmiche potenti, tastiere sempre sugli scudi e soli ricercati.
Discorso a parte per “The Story Unfold” e la conclusiva
“Truth Of Tomorrow”, che rappresentano senz’altro
gli episodi più riusciti del disco. La prima delle due, costruita
su ritornelli accelerati ed incalzanti, la seconda che apre con degli
introspettivi arpeggi acustici ed esplode in grande stile sulle intricate
partiture del solo di chitarra. Davvero di grande suggestione.
Un lavoro che regala una serie di ottimi spunti e che lascia sperare
anche che i Seven Tears possano evolvere il loro sound in modo ancora
più personale e ricercato. FR
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