Questo
affascinante trio femminile ci catapulta nel cuore dell’Europa
celtica con melodie soffuse e sognanti.
La malinconia avvolgente dei sei brani proposti è molto evocativa.
Non ci troviamo di fronte ad un capolavoro o ad un disco imperdibile,
ma abbiamo per le mani un lavoro onesto ed intrigante.
I brani sono sufficientemente personali anche se non sono innovativi.
La scuola è quella dei Dead Can Dance e dei This Mortal Coil
maestri delle poetiche sonorità dark d’atmosfera.
La tristezza delle Seventh Harmonic non è ne pessimista ne
drammatica, ma offre con serenità ed un certo pudore, molto
femminile, un momento di quieta riflessione che lenisce i dolori invece
di renderli lancinanti e insopportabili. È musica dell’anima
fatta per curare le ferite, per coprire con un velo il passato pur
senza dimenticarlo, per rendere opachi i brutti ricordi e ricominciare
ancora una volta a guardare avanti, ancora una volta nonostante tutto...
GB
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