Possono convivere l’hard rock americano post grunge con la scuola tedesca degli Hammerfall? A questa domanda insolita rispondono gli svizzeri Shakra che tornano sul mercato con questo dirompente album pieno di energia e di vigoroso hard rock. A dir la verità a me fanno venire in mente i gruppi di fine anni ottanta come Zodiac Mindwarp e soci con il loro rock ‘n’ roll decadente evolutamente volgare, dove la sguaiatezza cerca di sposare il successo commerciale. Di fatto Infected si presenta come il disco giusto in un periodo di transizione, nato per far divertire e che non vuole avere la pretesa di cambiare la vita di nessuno.

Infected esce in due versioni, quella normale con sedici brani per un’ora di musica abrasiva, oppure in digipack con bonus track per i fans più esigenti. I riffs delle due chitarre sono secchi e precisi, costruiti su di una solida sezione ritmica, che pompa con forza, su tutto domina la voce roca di Mark Fox, vera punta di forza del gruppo che caratterizza la prestazione dei nostri. L’ugola giusta per un gruppo che si voglia cimentare nell’hard rock del nuovo millenio. Non c’è un brano che spicca sugli altri, tutto l’album scorre molto bene mantenendo una solida unità compositiva che si fa apprezzare, ma che al tempo stesso è il limite dei nostri. Non ci sono novità da scoprire, ma è musica per i giovani che desiderano qualche momento di sana energia.

Per chi ha ascoltato la musica dura degli ultimi quarant’anni questo disco non è altro che un picevole diversivo, niente più. Per i giovanissimi può essere il gruppo del momento, sono bravi e ci mettono passione, ma poi bisogna dare un ascolto anche ai classici! GB

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