Finalmente del vecchio e buon sano Rock, senza troppe pretese, orecchiabile e delicato, insomma il Rock! Cavolo, lo ripeto si, il Rock! Ultimamente non è che goda di buona salute, specialmente quello del calibro proposto dagli inglesi Sharp Practice. Guardo la data del disco e tutto torna alla normalità, è del 2005, mi sembrava strano poter ascoltare un disco del genere oggi, non che sia impossibile, ma sicuramente meno probabile. Bando a queste considerazioni, la band debutta nel 1999 con “Hiya” e raccoglie subito consensi, tanto da spingerli immediatamente ad intraprendere numerose date live, dall’Australia al Costa Rica fino al Giappone. E’ chiaro dunque che per avere questa visibilità i nostri devono quantomeno realizzare della musica semplice e diretta, da cantare e godere con una bella birretta fresca nelle mani.

E “Radiocity” è proprio così, ruffiano, a volte sporco, come in “Bed Of Rhythm”, oppure pomposo, comunque sia un album che piace davvero a tutta la famiglia. Studiato a tavolino? Forse si o forse no, questo non è importante, quello che conta è il divertimento che trasmette. Forse una migliore produzione avrebbe esaltato di più le composizioni, in quanto il songwriting è davvero notevole, per poi non parlare della tecnica dei componenti, davvero eccellente. “Morgan’s Creek” è da ascoltare guardando negli occhi la propria amata, un pezzo che potrebbe uscire da un album degli Aerosmith. C’è bisogno di staccare la spina nella quotidianità e serve anche rilassarsi seduti sul divano, magari senza impegnare troppo la mente, se la giornata è stata troppo dura. “How Katie Feels” è la canzone giusta per poter evadere da tutto ciò. Ma è tutto l’album che funziona, senza gridare al miracolo, con modestia e la giusta dose di fantasia.

Accidenti, sono passati 45 minuti? Sono davvero volati via, per cui secondo il mio metro di giudizio questa è la conferma che “Radiocity” funziona… eccome! MS