Il
Giappone è un po’ come la Svezia (ma anche l’Italia
continua con grande dignità la propria tradizione), ha una
scena prog in continuo fermento, con tante nuove e agguerrite band
che producono un prog molto interessante e questi Shinsekai confermano
la tendenza in atto.
Il gruppo è composto da quattro elementi: Yu Shimoda suona
dal famoso mellotron al mini moog al piano, Masaru Teramae suona la
chitarra il flauto e altri strumenti, infine Tadashi Teramae e Akinobu
Kajimoto suonano rispettivamente batteria e basso. Quindi come potete
già immaginare si tratta di una formazione dedita ad un prog
piuttosto classico, ma non è proprio così. Unite i King
Crimson più psichedelici (in internet si può trovare
una loro cover live di 21th Century Schizoid Man) e i Van Der Graaf
più visionari e condite il tutto con un sound piuttosto sinfonico
ed otterrete quanto stanno cercando di produrre questi musicisti del
Sol Levante.
Questo è il loro debutto discografico, un disco di otto brani
piuttosto breve, che non arriva ai quaranta minuti di musica, ma si
tratta di composizioni molto concrete ed efficaci, pertanto meglio
poca roba buona, che un disco per metà riempito con filler
e minestre riscaldate.
Dopo un breve intro dal sapore elettronico ecco che arriva la furiosa
“1000 Days Before part I” e subito si aggirano i fantasmi
del Re Cremisi, ma è un brano oscuro e tenebroso che dimostra
personalità. Pazzesca e visionaria è “Shinsekai”,
indubbiamente il brano più complesso e articolato dei nostri,
parti melliflue molto malinconiche si alternano a cavalcate prog dall’impatto
epico folgorante. Le geometrie complesse di “OCAT” ci
mostrano come i nostri riescano bene anche in ambiti tecnicamente
impegnativi, anche se il gruppo non indulge ad esibizioni fini a se
stesse, come talvolta capita a loro connazionali. In “All or
Nothing” troviamo un gruppo moderno, che attinge al passato
e da vita ad un sound molto vicino a quello di formazioni come gli
Anekdoten o gli Anglagard. “River of Life” esprime una
teatralità impressionante, si sfiora quasi il rumorismo nella
prima parte, la seconda rientra un po’ nei canoni ma resta una
track molto interessante. Chiude la dura “Nishinari Skidrow”,
un brano violento come un pugno nello stomaco.
Per essere un debutto questi ragazzi sembrano avere le idee molto
chiare, a volte la registrazione non è eccezionale, ma le composizioni
sono veramente intriganti. Se in futuro il gruppo continuerà
con profitto su questa strada allora potrebbero anche lasciare un
segno profondo nel mondo del prog. Grandi! GB
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