Rock Impressions

Shinsekai SHINSEKAI - Shinsekai
Fragile / Poseidon
Distribuzione italiana: no
Genere: Prog
Support: CD - 2007

Il Giappone è un po’ come la Svezia (ma anche l’Italia continua con grande dignità la propria tradizione), ha una scena prog in continuo fermento, con tante nuove e agguerrite band che producono un prog molto interessante e questi Shinsekai confermano la tendenza in atto.

Il gruppo è composto da quattro elementi: Yu Shimoda suona dal famoso mellotron al mini moog al piano, Masaru Teramae suona la chitarra il flauto e altri strumenti, infine Tadashi Teramae e Akinobu Kajimoto suonano rispettivamente batteria e basso. Quindi come potete già immaginare si tratta di una formazione dedita ad un prog piuttosto classico, ma non è proprio così. Unite i King Crimson più psichedelici (in internet si può trovare una loro cover live di 21th Century Schizoid Man) e i Van Der Graaf più visionari e condite il tutto con un sound piuttosto sinfonico ed otterrete quanto stanno cercando di produrre questi musicisti del Sol Levante.

Questo è il loro debutto discografico, un disco di otto brani piuttosto breve, che non arriva ai quaranta minuti di musica, ma si tratta di composizioni molto concrete ed efficaci, pertanto meglio poca roba buona, che un disco per metà riempito con filler e minestre riscaldate.

Dopo un breve intro dal sapore elettronico ecco che arriva la furiosa “1000 Days Before part I” e subito si aggirano i fantasmi del Re Cremisi, ma è un brano oscuro e tenebroso che dimostra personalità. Pazzesca e visionaria è “Shinsekai”, indubbiamente il brano più complesso e articolato dei nostri, parti melliflue molto malinconiche si alternano a cavalcate prog dall’impatto epico folgorante. Le geometrie complesse di “OCAT” ci mostrano come i nostri riescano bene anche in ambiti tecnicamente impegnativi, anche se il gruppo non indulge ad esibizioni fini a se stesse, come talvolta capita a loro connazionali. In “All or Nothing” troviamo un gruppo moderno, che attinge al passato e da vita ad un sound molto vicino a quello di formazioni come gli Anekdoten o gli Anglagard. “River of Life” esprime una teatralità impressionante, si sfiora quasi il rumorismo nella prima parte, la seconda rientra un po’ nei canoni ma resta una track molto interessante. Chiude la dura “Nishinari Skidrow”, un brano violento come un pugno nello stomaco.

Per essere un debutto questi ragazzi sembrano avere le idee molto chiare, a volte la registrazione non è eccezionale, ma le composizioni sono veramente intriganti. Se in futuro il gruppo continuerà con profitto su questa strada allora potrebbero anche lasciare un segno profondo nel mondo del prog. Grandi! GB


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