Trattasi della ri-proposizione del CD già pubblicato in forma
autonoma lo scorso anno, e che la attenta My Kingdom Music ha ritenuto
opportuno inserire nella lista delle proprie produzioni. Rispetto
alla originaria track-list, notiamo la presenza della versione remix
di “Alone again”, curata per l’occasione da Richter
8.8, mentre sono state depennate le short versions dei brani “Cold
winter nights” e della stessa “Alone again”, oltre
al remix di “Bereft”. Pure la formazione ha subito un
assestamento, coll’entrata di Raziel alla batteria (sul disco
suona però Daheven) e l’abbandono del tastierista Ynis
Witrin, a beneficio di Sytry.
Gli Shivan propongono un metal darkeggiante ed evocativo, che rende
brani come “Kingdom of deceit” ed “Hoarder of illusions”
episodi pregni di epica drammaticità. Il bravo Seere (voce)
e compagni cercano sopra tutto di proporre atmosfere per quanto possibile
originali e personali, rifiutando ad esempio certa estenuata svenevolezza
che contraddistingue troppi albi che nel corso degli ultimi anni hanno
letteralmente infestato il settore, si ascolti ad esempio la composta
e virile ballad “Cold winter nights”, caratterizzata dal
piacevole lavoro della chitarra di Hrive e della sezione ritmica (oltre
a Daheven, Yuri al basso). La lunga “Alone again” è
straziata da inserti black che incattiviscono il suo costrutto, “Ain’t
no world” poggia su una struttura classica, per subire l’ennesima
accelerazione che la squassa definitivamente, non sono da meno “Past
the mid route” (Sytry sugli scudi, è il suo pezzo, trattandosi
di un breve inserto pianistico), “Bereft” e la conclusiva
“The murkiest den” (con la voce dell’ospite Claudia
Gardin), le quali confermano il valore del quintetto veneziano, assai
attivo in sede live.
Autori di una musica melanconica e crepuscolare, ma dotata di una
non indifferente muscolatura, agli Shivan va il nostro incondizionato
consenso, coll’auspicio di vederli ulteriormente maturati, ed
apprezzati, in un non lontano futuro. AM
Sito Web
|