Il nu-metal o crossover come lo chiamavano all’inizio nel bene e nel male ha portato un’ondata di aria fresca nel genere metal inteso in senso ampio, anche se molti hanno storto il naso di fronte alle formazioni più coraggiose, ma di certo serviva qualcosa di “nuovo”, nuovi sbocchi espressivi e credo che l’ondata non sia finita, anche se è impossibile prevedere dove ci porterà. I francesi Sikh si muovono fra Machine Head, Korn e Limp Bizkit e continuano ad esplorare con grande convinzione questi territori di frontiera col loro metal rabbioso e carico di un groove spaventoso ad opera di una sezione ritmica che pompa come se dovesse buttar giù un muro, una voce acida e cattiva e pochi riffs di chitarra decisi e taglienti.

Ecco allora undici brani che non lasciano un attimo di respiro, musica suonata col cuore e coi muscoli che ti penetra con determinazione e non lascia mai impassibili, ovvio che la si ama o la si odia, ma non si può restare indifferenti sotto l’attakko di questi moderni ribelli. In questo One More Piece non c’è una traccia debole o fiacca, non c’è un attimo di respiro, è come una folle corsa verso un futuro non proprio “luminoso”. In fondo questa musica è una fotografia del disagio giovanile di questi anni ed è quindi un fenomeno da osservare con attenzione, ma i Sikh offrono anche una bella dose di energia allo stato puro, che pure non fa affatto male. Ma attenzione i Sikh si dimostrano anche musicisti preparati e ci sono brani con ritmiche molto complesse ed articolate come “Hollywood”, un vero terremoto pieno di tempi complessi, da brividi.

Se ogni tanto vi piace un sano e salutare headbanging allora questo disco fa per voi, preparatevi a restare senza fiato! GB

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