Gli
Skeem sono una nuova band francese al disco di debutto. Il loro prog
è continuamente in bilico fra il movimento inglese degli anni
ottanta e l'attuale scena progressiva con molti spunti pomp, soprattutto
nell'uso epico delle tastiere.
Il CD è godibile per la freschezza e l'immediatezza delle sue
composizioni, che sono mediamente lunghe, anche se non raggiunge mai
dei vertici espressivi di particolare valore. L'iniziale "Good
to One Another" apre in modo molto eighties, è un brano
che scorre senza lasciare traccia ricordando Pallas e IQ. La suite
"The Last Word" è un ottimo brano dall'impianto epico,
che miscela felicemente ricerca melodica e complessità senza
esagerare ne con l'una ne con l'altra, buona la chitarra. "Trustworthy
Man" è molto più dinamica e mostra un gruppo capace
anche di passaggi ritmici di un certo tenore tecnico, ma il refrain
canticchiabile abbassa la tensione del brano. "Chrysalides"
è un brano molto atmosferico, ma poco coinvolgente, riscattato
solo nella parte finale dal bel solo di chitarra. Melodie molto accattivanti
anche nella successiva "Eye of the World", un altro brano
decisamente pomp che è arricchito un buon duetto chitarra tastiere.
"Statues" sembra copiata di sana pianta dal repertorio dei
Saga, il giro inziale di tastiere sfiora il plagio. "What A Night"
ha delle linee melodiche ai limiti del pop, ma ha un tessuto ritmico
piacevole e il brano funziona. "Live Fast" chiude l'album
offrendo una delle prove migliori e più prog del CD.
In definitiva gli Skeem sono una band da tenere d'occhio, nel complesso
il loro disco è un ottimo debutto e, con un po' più
di esperienza, sono sicuro che potrebbero regalarci delle belle sorprese.
GB
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