Formatisi nel 1991 e con due albums pubblicato nel 1993 e nel 1995,
gli Skintrade sembravano avviati verso una bella carriera facendo
da spalla a bands come Motorhead, D.A.D. e Therapy, o grandi eventi
quali Rock am Ring ed il Dynamo open air ma alla fine del 1995 i vari
membri decisero di separare le proprie strade e soprattutto il cantante
Matti Alfonzetti ha guadagnato una certa visibilità lavorando
con Jagged Edge, Boxer, Damned Nation, Radioactive, Rage Of Angels,
Impera ed i Red, White And Blues, oltre a tentare la strada da solista.
I fans non hanno mai smesso di chiedere la reunion della band, fatto
che si è concretizzato nel maggio 2011 con l'album "Skintrade
- Past And Present", un 'best of' che vedeva alcune nuove composizioni
a fianco di versioni rimasterizzate di precedente materiale, ed oggi
abbiamo fra le mani il primo full-lenght-album dal 1995, un cd che
riflette la natura reale della band svedese, ovvero brani energici
basati su potenti riffs ed una buona dinamica, un'attitudine hard
rock condita da un invidiabile senso per buone melodie senza scivolare
in cliche ipersfruttati e questo è un plus da lodare per Matti
Alfonzetti (vc), Hakan Masen Persson (bt), Håkan Calmroth (bs)
e Stefan Bergström (ch).
L'opener e primo singolo "Monster" è piena di grinta
e cattiveria rock, con basso e chitarra ad eruttare esplosivi riffs
granitici sostenuti da indiavolate percussioni, su tutto ciò
si erge l'aggressiva prova vocale di Matti, e su simili linee si muove
la seguente "Liar" che attualizza nella strofa l'hard rock
tipico dei primi anni settanta stile Mountain e la correda di un buon
refrain anthemico al passo coi tempi odierni.
"Pay In Blood" nel suo complesso è più orecchiabile
senza rinunciare a sonorità comunque aggressive e decise, aspetto
che torna a dominare "Hardcore MF Heartattack", brano il
cui titolo dice tutto sulla sua essenza. "Close My Eyes"
rallenta il ritmo, ma non l'intensità, ed il forte tenore di
"Refueled" viene mantenuto senza alcuna esitazione anche
in "Getting Away With Murder", "Mountain" e "Worse
Than Wasted", e solo adesso gli Skintrade ci concedono un pò
di respiro con la blues ballad "Been To The Bottom" cui
non vengono fatte mancare opportune iniezioni di elettricità.
"Dying In Your Arms" si avvicina al modern rock più
heavy, mentre "Wild One" e "Look Me In The Eye"
chiudono la scaletta riportandoci sullo stesso climax dell'inizio,
solo con qualche oncia in più di attezione alla melodia.
Un buon ritorno sulle scene con una selezione di brani che soddisferà
i loro fans più competenti ed agguerriti che apprezzeranno
la maturità raggiunta dal quartetto, avvicinando al contempo
nuovi adepti. Abe
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