Solo i più specializzati in metallo fra i nostri lettori si
ricorderanno dei Moottorilinnut di Kimmo Kuusniemi (ex Sarcofagus),
beh questi S.K.U.R.K. li ricordano molto da vicino, non solo per il
loro metal selvaggio e sporco, ma anche per l’uso di una lingua
locale, un dialetto nordico, adottato anche da altre formazioni come
Peps Persson, Wilmer X, Kal P Dal e Bob Hund. Ma quella che alla fine
è solo una curiosità potrebbe essere il motivo del principale
interesse in questa formazione. Questo sarebbe però un peccato
perché gli Skurk sono autori di un metal dal forte impatto
emotivo e spesso offrono una visione molto personale di questo genere.
Cattiveria selvaggia e riffoni granitici, un mix di doom e NWOBHM
condito con un cantato veemente che ricorda vagamente quello di Bruce
Dickinson, sono gli ingredienti forti del piatto di questo folle cd
dal sapore dissacrante. Tredici traccie dense di scelleratezza che
viaggiano più o meno tutte sulle stesse coordinate. Bisogna
arrivare alla settima traccia per ascoltare qualcosa di diverso con
la folkeggiante “Blodsband”, una piece acustica che dimostra
tutto il carattere di questo gruppo, veramente un bel pezzo. Ma poi
si torna a sprofondare nel sabba metallico. Non manca nemmeno una
dolce ballata romantica e malinconica con tanto di pianoforte alla
fine del cd.
Alla lunga il cantato incomprensibile stanca un po’, anche se
musicalmente il gruppo è davvero valido. Non so quanto pagherà
la scelta di cantare in questo dialetto nordico, di certo non credo
che gli Skurk lo facciano per soldi, loro sembrano voler più
che altro divertirsi e sembra proprio che ci siano riusciti. GB
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