Nuovo
capitolo solista per il virtuoso chitarrista dei Rage che si dimostra
ossessionato dalla musica classica, vedi anche i dischi del progetto
Lingua Mortis, e pensare che negli anni ottanta erano in pochi a credere
ad un possibile connubio fra la musica “colta” e il rozzo
e scurrile heavy metal!
Oggi i tempi sono proprio cambiati e così troviamo decine di
progetti “sinfonici” con tanto di orchestre, ma non basta
troviamo anche musicisti classici che si cimentano in progetti rock.
In questo contesto il buon Victor sembra andare a nozze e sforna questo
dischetto pieno zeppo di citazioni e di riferimenti alla musica barocca
di quel grande genio che risponde al nome di Johan Sebastian Bach,
del quale, se siete interessati, vi consiglio i Concerti Brandeburghesi.
Majesty & Passion si compone di dodici tracce a cui sono aggiunte
quattro bonus ripescate dall’Ep Destiny. Il sound è ben
bilanciato fra parti rock e partiture sinfoniche, direi anzi che è
anche preferibile a quanto partorito coi Lingua Mortis, ma non siamo
ai livelli di Metamorphosis di Uli Jon Roth, citazione doverosa da
un lato perché l’ultima fatica di Roth è attualmente
al trasposizione migliore di una partitura classica in chiave rock
e da un altro lato perché Uli compare come guest nell’undicesima
traccia del cd, con una prestazione che da sola vale l’acquisto
del presente cd. Comunque non troviamo solo classica e metal, c’è
anche qualche sprazzo di jazz come in “Gavotte”.
Oltre all’orchestra troviamo una vera e propria parata di chitarristi,
oltre a Victor e al già citato Roth ce ne sono altri dieci,
cinque bassisti, un tastierista e tre batteristi fra i quali non poteva
mancare l’amico Terrana che si cimenta anche in alcune parti
recitate impersonando niente meno che il buon Bach! Ovviamente non
suonano tutti insieme, ma devo dire che danno un contributo impeccabile
alla riuscita dell’album.
L’unica nota negativa la vorrei esprimere per la cover pacchiana,
volutamente barocca, ma pur accogliendo il fatto che le immagini si
sposino giustamente con la musica proposta certe pose assunte da Smolski
(in particolare sul retro del booklet) sono abbastanza ridicole.
In definitiva si tratta per lo più di un disco strumentale
che farà la gioia di coloro che amano questo tipo di contaminazioni
e dei fans di un certo Malmsteen, siamo di fronte a della musica con
la emme maiuscola un po’ settoriale, ma anche altamente godibile.
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