Disco simile in tutto e per tutto a quello dei compagni di etichetta
Letum: ambient dark orrorifico ed elettronico, un susseguirsi di suggestioni
gotiche che, se da un lato possiedono una certa forza espressiva,
sono per lo più poco innovative.
Più che di musica si tratta di impressionismo musicale ad opera
di Peter Pettersson. Atmosfere a tratti epiche e solenni come nella
title track, uno dei brani più riusciti, ma il ripetersi delle
atmosfere toglie incisività al risultato finale.
Le tenebre hanno un loro fascino, ma personalmente ho trovato artisti
molto più efficaci e personali nel rappresentarle. Quando penso
al dark elettronico preferisco di gran lunga gli esperimenti del nostro
Paul Chain o di quel grande genio di Klaus Shulze.
Viene fatto un uso discreto delle percussioni, che se vengono ascoltate
ad un volume adeguato riescono ad incutere un senso di disagio e di
malessere.
Il bilancio finale è che questi Sophia non sono riusciti a
farmi provare altra emozione che la noia, ogni brano ha un discreto
inizio, ma poi ci si abitua e l'emozione iniziale si stempera in assuefazione
e anche il buio non fa più paura. GB
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