Questa giovane band viene dall’Austria e si è imposta
velocemente ai media per l’esuberanza del proprio sound, un
heavy metal moderno molto cattivo, che basa tutto sulla forza bruta,
su un impatto travolgente, con richiami che vanno dai veterani Judas
Priest ai Pantera e ai Cradle of Filth per il cantato. Come dire una
summa di puro metallo degli ultimi vent’anni.
Il presente disco presenta tredici brani devastanti, dominati da un
incedere martellante e ossessivo che inchioda all’ascolto, ovviamente
se piace questo genere musicale. Il produttore Toni Meloni ha fatto
un lavoro davvero professionale ed ha contribuito non poco alla riuscita
di questo disco. Del resto la giovane band sembra molto motivata e
dinamica e propone un songwriting decisamente moderno, che sa coniugare
la tradizione con le nuove tendenze.
Il cantato è quasi sempre rabbioso e carico di energia, uno
screaming usato in modo istintivo e passionale, ma non mancano momenti
di cantato pulito, che, anche se sono nettamente minori, stanno molto
bene. Le chitarre sono sempre in primo piano e creano degli intrecci
accattivanti, anche se non si sentono particolari intuizioni armoniche.
In fondo è il rito del metal che si ripete e si rinnova per
l’ennesima volta e che, a discapito di tutti i detrattori che
anche questa volta avranno da ridire, troverà ancora un suo
pubblico fedele e motivato e per i The Sorrow il futuro sembra piuttosto
sorridente. GB
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