La scena dell’entroterra marchigiano in questo periodo sta vivendo
un fervore alquanto appassionante, si stanno formando molte band giovanili
di spiccato interesse. Se poi andiamo a focalizzare la zona del fabrianese,
oggi più che mai notiamo questo sbocciare. In definitiva per
ricercare il punto più alto realizzato da una band fabrianese
in ambito discografico bisogna che torniamo indietro agli anni ’70,
nel Rock Progressivo degli Agorà, oppure agli ’80 dei
De Luxe, mentre oggi si è rappresentati nella simpatica forma
agro-demenziale dei Motozappa o dal granitico Metal dei Death Riders.
Ma altre realtà stanno muovendo l’underground in maniera
decisa e fulgida, una di queste si chiama Soundsick.
Questo è un trio composto da due fratelli, Ilario Onibokun
(voce e chitarra) ed Alexander (Batteria) mentre le parti del basso
sono affidate a Valentino Teodori. In mio possesso mi giunge il loro
demo composto da quattro brani dediti ad un Rock che sta a cavallo
fra la Psichedelìa ed il Metal. Un mix di generi assolutamente
interessante, solo apparentemente non compatibili, per un risultato
quantomeno godibile.
La prima cosa che balza all’ascolto sono le parti ritmiche assolutamente
possenti e trascinanti e tengo anche a sottolineare la buona registrazione
del demo, una volta tanto all’altezza della situazione, questo
grazie al lavoro di Francesco Pellegrini (Death Riders).
La strumentale “Lena (Naked Woman)” apre l’ascolto
e le chitarre di Ilario disegnano vortici psichedelici nell’aria,
grazie anche ad echi di riff ipnotici. Il crescendo sonoro è
inesorabile, portando l’ascoltatore ad un momento lisergico
di rara bellezza. Immediatamente adiacente giunge “Ch3Ch2Oh”,
altra fase sperimentale dei Soundisck, i quali però hanno il
pregio di tenere sempre alto il volume delle melodie, non risultando
dunque per niente invasivi o caotici. Anche il cantato in questo brano
dimostra che il combo ha nel proprio bagaglio anche del Giunge. Tuttavia
è il Rock in generale che trascina l’ascolto, fra idee
strutturali che vanno anche a pescare in un certo Rock degli anni
’70.
Delicate melodie cominciano “Lonelyness”, brano dal ritornello
memorizzabile e forse per questo anche brano più semplice e
diretto. I ragazzi hanno la facoltà di scrivere belle canzoni
con apparente semplicità e naturalezza, questo è un
fattore da tenere in considerazione in futuro, specie per chi volesse
contrattare questa band. Chiude il demo “Candy’s And Cum”,
altro strepitoso episodio a cavallo fra Psichedelìa e Metal
dove la band riesce a fare la voce grossa tanto quasi da non sembrare
essere composta solo da tre elementi. Lampi di Porcupine Tree tanto
per intenderci.
Mi resta solo che lasciarvi con i contatti dei Soundsick, realtà
che va formandosi in questi giorni in maniera sempre più convincente.
Da pazzi ignorarli, magari per lasciare spazio ad altre sterili band
straniere che non hanno neppure un 10% della personalità di
questi ragazzi, perché qui è proprio di personalità
che stiamo parlando. MS
Altre recensioni: Astonishment
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