Con “Art Is The Mirror Of The Universe”, ep dei fabrianesi
Soundsick, avevo visto giusto! Quando ho ascoltato il trio composto
da Ilario Onibokun (voce, chitarra, percussioni), Alexander Onibokun
(batteria, percussioni, chitarra) e Valentino Teodori (basso) per
la prima volta, ho colto nel loro essere acerbi ma entusiasti, un
qualcosa in più rispetto ad altre band , quel qualcosa che
semplicemente si chiama “talento”. Il fatto che i fratelli
Onibokun si scambino gli strumenti è di per se già un
segnale di immersione totale nella musica.
Visti dal vivo, ho avuto la conferma di una crescita esponenziale
di anno in anno, una vera forza della natura, impetuosità e
grinta. Il genere trattato è quantomeno di difficile collocazione
tuttavia la Psichedelia ne esce fuori con prepotenza fra semplicità
ed astrusità. Un impatto sonoro che hanno soltanto le grandi
band ed un songwriting accattivante, fanno di “Astonishment”
una crescita evolutiva che non lascia di certo indifferenti, neppure
chi questo genere non lo concepisce.
Undici brani per una durata di un ora di musica a partire dalla strumentale
“Lena”, con una ritmica Pinkfloydiana con echi annessi.
Ma i Soundsick in realtà non si rifanno ad uno stile preciso,
loro suonano e compongono ciò che sentono dentro e questo varia
da umore ad umore. Ancora una volta mi ritrovo a sottolineare il lavoro
alla batteria, marchio di riconoscimento della band.
“CH3 CH2 OH” è di facile memorizzazione e con “Lena”
derivano dall’ep “Art Is The Mirror Of The Universe”.
Con “Disco Rat” escono i Soundsick Post Rock ed i synth
sono ad opera dell’ospite Paolo Messere. Il sound si avvicina
di molto a quello più nervoso e metallico degli ultimi Porcupine
Tree, non so se questo sia un fatto voluto o meno, tuttavia lapalissiano.
“Brain In Brine” mette in evidenza il basso di Teodori,
sempre preciso e potente. I scenari cambiano a favore di una decadenza
propria di band anni ’90 come i The Smashing Pumpkins. Come
rappresentato all’interno dell’artwork, questo è
un raggio di luce colorato nel buio, flash sonori e Psichedelici.
Addirittura pianoforte e Synth a fisarmonica in “Grandparents”
che per l’ennesima volta richiama in me la band di Wilson e
precisamente quella periodo “Lightbulb Sun”. Tornano tuonanti
ed esplosivi nell’ottima “Astonishment”, con cambi
di ritmo ed umorali, a testimonianza di una amalgama fenomenale, un
movimento unisono ed armonico. Un balzo indietro nel tempo con una
loro hit tratta dall’ep precedente dal titolo “Loneliness”,
qui in nuova veste, più fresca e cristallina.
Gli Onibokun le ritmiche le hanno nel sangue e provate quindi ad ascoltare
“Asphixia” senza restarne colpiti. Una chitarra Punk apre
“Moleskine”, altro movimento ricercato e vicino allo stile
“Loneliness” per quello che ne concerne solamente il ritornello.
Scarica di adrenalina in “Varnelli E Muffa”, cadenze emotive
sempre sopra un impatto sonoro importante. Nei brani spesso traspare
comunque un velato senso di nostalgia. Chiude il capolavoro sempre
tratto dal precedente ep “Candies & Cum”.
“Astonishment” è questo, una promessa mantenuta
e soltanto chi pensa che la musica non sia una forma d’arte
vera e propria, ignora la sua esistenza. Tutti gli altri si divertono
all’ascolto, perché di fronte ad una vera e propria barriera
sonora! MS
Altre recensioni: Art Is the Mirror of the
Universe
soundsick@live.it
MySpace
+ Facebook
.
|