Il
buon vecchio Spike ha confezionato un disco davvero bello!
Lontano dai suoi amici Quireboys, smessi stavolta gli abiti più
vistosi della sua collezione, si cala in quelli ben più sobri
del rocker nostalgico, ed il risultato è “It’s
a treat to be alive”, collezione di songs dedite ad un sound
autarchico e diretto.
Questa musica è sporcata da quel tanto di blues che basta,
figlia diretta della working-class britannica, tanto che sono certo
che Rod Stewart la apprezzerà, se avrà la ventura di
ascoltarlo.
Gli strumenti sono discreti ed in secondo piano, la voce è
la vera protagonista e chi la usa è uno scafato maestro, amici!
Un po’ come accaduto a quell’ubriacone del suo collega
Tyla (Dogs D’Amour), anche Spike fa ampio ricorso all’anima,
al sentimento, e questa manciata di canzoni si lascia ascoltare che
è un piacere. Meglio se con un buon bicchiere in mano, of course!
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