L’esempio dei ferraresi Stealth può calzare a pennello
nell’esprimere al meglio il problema annoso, e credo a mio modesto
parere anche irrisolvibile, dell’esterofilia italiana. Non è
forse vero che nell’Hard Rock (e non solo) se un prodotto è
straniero diviene concettualmente ed ipoteticamente più appetibile
per un acquirente italiano? Se così non è, non capisco
questo squilibrio di vendite, o meglio ne trarrei le conclusioni che
noi italiani non sappiamo suonare questo genere. Ma in verità
così non è, qui ne avete un esempio lampante. E si…
perché “Shores Of Hope” è un disco accattivante,
sporco e stradaiolo, con un pregio non trascurabile: l’eterogeneità.
Si formano nel 2007 da un idea del chitarrista Luca Occhi e nel 2012
producono un ep dal titolo “ Echoes From A Dark Lake Brideg”,
qui in questo disco d’esordio presente nella sua totalità.
Completano la band Enrico Ghirelli (voce), Matia Catozzi (chitarra),
Andrea Rambelli (basso) e Marcello Danieli (batteria).
“Guns! Guns! Guns!” apre con energia e come una retta
unisce senza diversivi di rotta, i punti groove ed adrenalina. La
situazione si ripete in maniera più rilevante in “The
Border”, grazie a degli assolo strumentali, semplici e Rock,
maledettamente Rock. Il ritmo rallenta con “Ozone Fades”,
non la tensione che resta alta, sporcata da una pennellata di oscurità
Sabbatiana. Quando dicevo di eterogeneità, mi riferivo anche
ai momenti più pacati alternati a questi più vigorosi,
come accade in “Godspeed” o in “Black Century”.
Uno dei riff più interessanti e godibili lo si ascolta in “Nuclear
Warfare”, canzone che riesce a restare impressa nella mente.
Si respira aria Metal degli anni ’80, non marcatamente ma necessariamente
ingrediente di un contesto che nell’insieme funziona. Uno di
questi ingredienti è l’epicità che si estrapola
anche all’ascolto di “Pharaoh”.
In conclusione “Shores Of Hope” è un disco di onesto
Hard Rock, senza forzature, con buone vibrazioni ed altrettante energie.
Di certo non un must, ma dimostratore di buona salute per un genere
che, alla faccia dei corvi, non muore mai. Ed io con loro resto nel
paradiso conclusivo di “My Heaven”. MS
|