Che
la scena prog giapponese fosse in pieno fermento ce ne eravamo già
accorti, quindi manca la sorpresa di fronte a questo nuovo progetto,
ma resta tutto il piacere. Gli Strings Arguments sono un supergruppo
nato dall'unione dei Six North, presenti con ben tre componenti, con
il violinista Akihisa Tsuboy dei KBB e con il chitarrista Hirofumi
Okamoto, che nel suo background vanta varie collaborazioni fra le
quali spicca quella con la rossa Milva (so che alcuni lettori potrebbero
sorridere, ma penso sia un'interprete eccezionale, seconda solo alla
grandissima Mina).
Non sto presentando un disco facile o convenzionale, perché
questa band propone un rock progressivo jazzato, molto sperimentale
e molto poco "commerciale". Le sei tracce in scaletta sono
registrate dal vivo, quattro superano abbondantemente i dodici minuti
per una durata totale di oltre settanta minuti di musica strumentale.
Il disco si evolve in un susseguirsi di improvvisazioni che si rincorrono
su determinati temi, il violino di Tsuboy è incredibilmente
ispirato e da solo vale l'acquisto del CD, ma anche gli altri artisti
sfoderano una padronanza degli strumenti e della materia musicale
da far impallidire. Spesso il jazz viene considerato una musica fredda
e priva di passione, ma dalle note di questo album emerge prepotentemente
il contrario, poesia ed energia si fondono insieme diventando più
importanti della stessa abilità tecnica dei musicisti coinvolti.
I tempi dispari del batterista sono un incanto, Tsuboy dal suo violino
estrae suoni incredibili, ridefinendo lo stile di questo strumento
nel contesto rock, il solismo dei due chitarristi talvolta è
un po' di scuola, ma è così vario che non può
non appagare l'ascoltatore e il basso segue le folli ritmiche senza
perdere mai di tensione. Un disco praticamente perfetto! GB
Artisti correlati: KBB; Six North; Ausia; Tsuboy Kido Duo
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