The
Scope è il debutto di questa formazione neo folk proveniente
dalla Finlandia. Di loro si sa ancora molto poco, ma la loro musica
è di quelle che lasciano un segno in chi la ascolta, non tanto
perché si impone con forza, piuttosto perché si insinua
con lenta dolcezza.
Sonorità acustiche e melliflue escono fin dalla prima traccia
del cd e la lezione dei Pink Floyd emerge piuttosto evidente, ma anche
di certo pop minimalista che oggi ha un discreto seguito. Note sospese
e leggere come certa pioggia, non a caso il primo titolo è
proprio “Raindrops” e non poteva essere più azzeccato.
Molto bella e triste “The Blue Light”, una canzone che
fa pensare molto alla solitudine. “No Angel” è
ancora un altro momento di estrema delicatezza. Troppo lenta è
“Blinking in the Piers”. Anche peggio è la successiva
“Moods Through Spirals”, sembra suonata al rallentatore,
va bene l’eleganza formale, ma questa non è sempre fonte
di emozioni. Sulla falsariga “A Golden Staircase” e qui
gli sbadigli aumentano pericolosamente, ma poi subentra uno spaccato
che ricorda moltissimo i crescendo Floydiani e anche qualcosa dei
Pendragon. “Fractures” è brevissima e ricorda pianoforte
che sembra arrivare da un’altra stanza. “Counterwise”
non lascia un grande ricordo, ma molto bella è la finale “Godspeed”,
che chiude con grande grazia un album difficile e anticommerciale.
I Subaudition sono una realtà molto interessante, ma sarà
dura trovare un pubblico abbastanza attento per la loro musica. GB
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