Rock Impressions

Sundial SUNDIAL
Other Way Out + Return Journey
Relapse Records
Sundial

I Sun Dial sono un gruppo da culto della scena psichedelica inglese e non hanno mai raggiunto la popolarità che altri gruppi dello stesso genere hanno avuto, questo nonostante una certa profondità e un discreto potenziale e l’appoggio incondizionato di parte della critica del tempo. Il gruppo è capitanato dal chitarrista Gary Ramon che ha suonato negli storici Current 93.

Other Way Out è il loro primo album, dato alle stampre nel ’90 e più volte ristampato. Col tempo l’album si è arricchito fino a diventare un doppio cd di oltre due ore di musica. Si spazia fra divagazioni molto acide con tanto di wah wah, hammond e suoni molto dilatati. La ritmica di fondo pesca negli anni sessanta inglesi con il garage punk di formazioni come Music Machine e Shadows Of Knight, formazioni che hanno avuto un forte revival all’inizio degli anni ’80. Ascoltando il disco ci si cala in un’atmosfera molto old fashioned, a volte quasi hippie, anche se non si raggiungono mai gli standard dei gruppi più significativi di questo genere, resta comunque una sana voglia di fare musica molto freak, libera, fuori dagli schemi e questo è senza dubbio molto apprezzabile anche se di per se non basta per fare un grande disco. Il secondo cd contiene materiale buono più per i fans che non per chi li vuole conoscere per la prima volta, inoltre il songwriting dopo vari ascolti risulta un po’ ripetitivo. Una rivista del tempo aveva indicato questo album come uno dei più grandi dischi di psichedelia di sempre, sono convinto che a distanza di quindici anni il giudizio vada giustamente e doverosamente ridimensionato.

Return Journey è la ristampa del quarto album, uscito originariamente nel ’93. Questo disco continua il discorso iniziato pochi anni prima, fatto di grandi cavalcate chitarristiche con sezione ritmica sostenuta, la formula è praticamente identica al debutto, solo c’è una maggiore maturità e il songwriting è più ispirato e spesso è anche più ruvido. Alcuni momenti sono memorabili, come “North Eastern” o “Sunstroke”, ma i dubbi espressi per il primo capitolo non svaniscono del tutto. Resta il fatto che questo è uno dei lavori più riusciti della band, ma il miglioramento, se pur sensibile, non è sufficiente e infatti il gruppo non ha mai superato lo status di cult band.

I Sun Dial sono un gruppo per nostalgici, che piace anche agli amanti del prog, perché le loro divagazioni sono ricche di suggestioni, ma nel complesso restano una formazione collaterale da cui si può prescindere senza troppe esitazioni. Piacevoli senza infamia e senza lode. GB



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