Evviva,
in Italia c’è ancora chi ha voglia di sperimentare, chi
vuole progredire un genere restio alle novità come il Death
Metal. Potrebbe per alcuni di voi sembrare sacrilego ciò che
dico, ma credetemi quando vi dico che dopo decine di anni ci si stanca
pure ad ascoltare la stessa canzone dal titolo differente. I siciliani
Superbia non sono i salvatori della patria, non sono nessun miracolo
sonoro, ci sono anche altre band che tentano la sperimentazione in
questo campo, sia chiaro, ma vanno apprezzati sicuramente per il loro
sforzo creativo.
I brani sono quattro, il primo si intitola “My Destructive War”,
molto convenzionale, abbastanza scontato anche se trapela simpatia.
Tutto farebbe pensare ad un demo inutile, ma ecco iniziare le sorprese.
Con “My Darkest Angel” sopraggiungono cambi di tempo,
stop e go e soprattutto dei buoni solo delle due chitarre, quelle
di Antonio Randazzo e Tommaso Careri. La ritmica è oltremodo
preparata, Antonio Amodeo alla batteria dimostra quantità e
qualità, così Fullmoon al basso. Da apprezzare anche
l’impegno di Gemini alla voce, anche se a lungo risulta troppo
forzata. C’è freschezza anche nella successiva “I
Want Out”, più cadenzato l’inizio, ma tutto prende
ritmo nel proseguo. Come si dice in gergo “Dulcis In Fundo”,
“Sons Of Sin” è davvero geniale e riesce a miscelare
al Death addirittura piccoli frammenti di Progressive. Proprio qui
si denota lo sforzo creativo dei Superbia, la voglia di emergere e
di dire qualcosa di diverso e oggi come oggi non è cosa da
poco.
Pur essendo una autoproduzione, la qualità sonora non è
malvagia ed intanto sono passati venti minuti in un batter d’occhio,
vuoi vedere che l’evoluzione del Death Metal è iniziata
anche da noi? Bentornati Superbia con questo secondo demo, il quale
ha svegliato la nostra curiosità, ora non ci resta che attendere
buone nuove.MS
|