Vent'anni
fa il country era molto popolare anche in Europa, ma era suonato da
quanto restava di una "vecchia" generazione di artisti.
Era da molto tempo che non si vedevano giovani artisti avere successo
in quel genere musicale, per questo i Supersuckers sono stati una
vera sorpresa per tutti, immagino anche per loro stessi.
Il loro primo disco è del '95 a cui fa seguito "Must've
Been High" del '97, baciato dal successo negli States. A cinque
anni di distanza tornano sul mercato con questo live album registrato
nel 2001, accompagnati da una buona serie di ospiti fra cui spiccano
l'armonicista Mickey Rafael (con Willie Nelson) e Audley Freed (chitarra
dei Black Crowes).
Il loro sound è molto Southern e si posiziona a metà
strada fra i classici come Charlie Daniels Band e Alabama e i rockettari
come il grande Steve Earle, country rock con grandi dosi di blues,
come dire un piede nel passato e uno nel futuro. Non si tratta, però,
di un album nostalgico, perché questi quattro ragazzi suonano
con una grinta che nulla ha di old fashioned, ma sembrano voler rilanciare
un genere che, almeno negli USA, non morià mai.
L'album contiene diciannove brani, di cui sei cover, per oltre un
ora di grande musica acustica e tirata, si respira a pieni polmoni
lo spirito americano, un'aria festaiola genuina resa tale da registrazioni
oneste, senza la minima aggiunta di sovraincisioni e senza che i brani
siano stati eseguiti con la consapevolezza di farne un live record.
Un disco anticommerciale, quasi punk, se non nel genere, sicuramente
nell'attitudine. Chissà che presto torni in auge il Southern,
un genere caldo ed appassionante, che ha saputo regalare grandi emozioni.
GB
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