Gli
amanti di HIM, Lucyfire, Entwine e più in generale dei fautori
del cosiddetto Love Metal hanno negli Svenia la risposta italiana
a questo genere e, come spesso accade ai nostri gruppi, la band nostrana
non ha niente da invidiare ai succitati nomi a livello di songwriting
e di capacità, mentre non può competere con i mezzi
commerciali a disposizione degli artisti stranieri.
Le dieci tracce di questo debutto trasudano energia a piene mani,
una cascata di emozioni che la voce malinconica di Leonard riesce
a veicolare piuttosto bene, Leonard non sembra molto potente come
vocalist, ma a livello di interpretazione è veramente efficace.
Il Love Metal non è un genere vero e proprio, ma prende elementi
gothic, facilmente riconoscibili nel cantato passionale e romantico,
in particolare è discepolo di Sister Of Mercy, Mission, i Damned
di Phantasmagoria e i Cult di Love, il tutto sostenuto da un heavy
metal cadenzato piuttosto darkeggiante e da linee ritmiche pompanti.
Il tutto ha un sapore tormentato, disperato come le storie d’amore
andate male, ecco allora arrivare titoli perfetti come “My Nuptial
Sepulchre”, “Love Me to Death”, “Endless River
of Cry” e “In the Shadow of Death… In the Shadow
of Love”. Amore e Morte si mescolano, giocano fra loro, sottolineando
la fragilità della condizione umana, la difficoltà di
affrontare le relazioni umane, una sorte che ci accomuna tutti, ma
che ci ferisce in modo diverso.
Il Love Metal si nutre di queste visioni notturne e gli Svenia si
fanno interpreti delle paure e delle ansie che ci affliggono proponendoci
una raccolta di canzoni che ci farà passare tre quarti d’ora
nella consapevolezza che non siamo poi così soli nel nostro
quotidiano. GB
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